venerdì 4 dicembre 2015

LA PAROLA A... - ENRICO CASETTA

Buongiorno a tutti, cari lettori.
Vorrei aprire un nuovo spazio nel blog e dedicarlo alle interviste. Per inaugurare questa sezione, è con noi oggi Enrico Casetta: un giovane lettore che si dedica anche alla scrittura.

Allora, Enrico, per rompere il ghiaccio parlaci un po' di te: chi sei e cosa fai nella vita?
Buongiorno a tutti i lettori di Kronos Books, mi chiamo Enrico Casetta, ho 23 anni e abito in provincia di Venezia. Nella vita la mia principale occupazione è lo studio universitario. Sono inoltre un avido lettore e mi diletto con la scrittura, motivi per i quali mi trovo qui ora.

Sei un lettore appassionato; come nasce l'amore per la lettura?
Credo vi sia una sorta di predisposizione innata che mi lega alla lettura: mi sono sempre sentito fortemente attratto dalla parola scritta... e dall'odore dei libri stampati di fresco!
Ricordo però con precisione il momento a partire dal quale sono divenuto un lettore autonomo e, per certi versi, bibliodipendente: avevo 10 anni e la copertina color limone dei “gialli Mondadori” ebbe la meglio su di me mentre stavo accompagnando mia madre a fare la spesa al supermercato. Acquistai e lessi “La statua di cera” di Peter Lovesey (Il Giallo Mondadori n. 2793 dell'11 agosto 2002) tutto d'un fiato.
Ne seguì poi la fissazione per gli immancabili libretti verdi della collana “Piccoli Brividi” e, a mano a mano che maturavo come persona, maturavano anche le letture che affrontavo.
Infine, ai tempi delle superiori arrivò Charles Bukowski, ma questa è un'altra storia.

Questo ha influenzato in qualche modo le tue scelte, ad esempio per gli studi?
Ho sempre avuto una particolare predizione per la materia letteraria e umanistica in genere, fin dai primissimi goffi tentativi di scrittura alla scuola elementare. Per l'intero arco della fase adolescenziale, la lettura e la scrittura mi hanno accompagnato passo dopo passo e non ho dubbi che abbiano contribuito a farmi crescere e a rendermi ciò che sono ora.
Da mera passione, la letteratura è poi divenuta una tale ambizione personale da spingermi a iscrivermi alla facoltà di Lettere all'Università, dopo uno sbagliato ma sudato diploma di geometra, che oggi considero un amaro errore di percorso.
Ho ottenuto la laurea di primo livello in Lettere e adesso sto proseguendo felicemente i miei studi specialistici, sempre in ambito letterario contemporaneo.
Dico perciò che sì, la lettura ha influenzato moltissimo i miei passi, e continua a farlo, fornendomi la vitalità costante che mi permette di studiare ogni giorno quel che più mi piace e fa parte di me. E questo ritengo sia fondamentale.

Parlaci delle tue idee: quali sono i tuoi gusti in campo letterario? Hai un autore, un libro o un genere che preferisci in particolare?
Questa credo sia la domanda più difficile per ogni appassionato lettore. È molto difficile riuscire a identificarsi con un unico genere o un'unica tematica in particolare, visto l'immenso universo letterario di cui oggi disponiamo. Universo, questo, costantemente in mutazione, in quanto abbiamo modo di assistere alla continua nascita di nuove sperimentazioni e alla conseguente scomparsa di altrettanti generi, che per qualche motivo non soddisfano più i gusti del lettore moderno.
Per quel che mi riguarda, apprezzo molto la letteratura noir e thriller e non disdegno le sue sfumature più macabre, o horror che dir si voglia. Sì, sto parlando proprio di lui, di Re Stephen; che tutti, in fondo, amiamo.
Libro preferito? Su questo nessun tentennamento: “Il Profeta”, di Gibran. Quel testo sa arrivare dove deve arrivare, toccando i punti giusti.
Autore preferito? Beh, già lo avevo menzionato; nessun altro meglio di Charles Bukowski potrebbe essere l'autore che maggiormente apprezzo e conosco, tanto da avermi spinto a scrivere la tesi di laurea su di lui.

E che ci dici riguardo al tanto discusso confronto fra libro digitale e libro cartaceo?
Non sono d'accordo con quanti affermano che il libro cartaceo sia ormai giunto alla fine del suo percorso. Lo affermano le statistiche? Pazienza, io di quelle mi fido ben poco; bisogna sempre analizzare i parametri secondo i quali esse sono state condotte. Sono anch'io un fruitore di libri digitali, si badi, ma questo non significa che in campo librario la tecnologia abbia avuto la meglio. Il libro cartaceo non è affatto vintage e, se anche lo fosse, sarebbero solo dei punti di fascino in più, al pari di quello che sta avvenendo in ambito musicale con la riscoperta del vinile anche da parte dei giovanissimi, che preferiscono la musica analogica a quella sbrindellata in sequenze di bit.
Liquiderei la questione in termini semplici: il digitale è comodo, il cartaceo è bello. In viaggio è decisamente più sensata la scelta di un e-book reader, in quanto stravince sul cartaceo in termini di praticità: trasportare un trolley contenente una ventina di libri non credo sia il massimo. A casa, invece, durante uno di quei pomeriggi autunnali che tutti noi lettori amiamo, e di fronte a una fumante tazza di tè, il libro cartaceo è un must. Non c'è partita.

Accantoniamo momentaneamente l'Enrico lettore e diamo spazio all'Enrico "scribacchino": so che hai scritto un libro e che ora ti dedichi ai racconti. Ai fini della scrittura, quanto reputi siano importanti le letture che affronti? Quali sono le tue ispirazioni?
Scrivo sempre più di frequente, tanto che tale operazione è divenuta oramai una parte di me. Credo fosse stato proprio Stephen King a domandarsi quanto sia inutile pagare uno psicoterapeuta, dal momento che scrivere invece è del tutto gratuito! Scherzi a parte, ritengo sia molto importante potersi ispirare a qualcuno nei primi tempi, certo non per copiarne lo stile. Quest'ultimo è del tutto personale.
La prima fonte d'ispirazione per tutti gli artisti dovrebbe essere la vita stessa; le gioie e i dolori necessitano di essere riversati sulla pagina, curando le amarezze di ognuno di noi. Non è certo un caso se le migliori opere siano nate dal dolore, sia esso dovuto alle spine di un cuore infranto o alle fauci che divorano l'individuo che non ha più voglia di vivere e lottare.
Oltre alle proprie emozioni, vi sono poi gli altri autori dai quali trarre ispirazione. Nel mio caso ci sono i minimalismi di Raymond Carver, la pazzia di Chuck Palahniuk e lo humour di Charles Bukowski, più molto altro ancora.

Vuoi parlarci della tua esperienza editoriale? Pubblicherai altro, in futuro?
Sì, nel 2009 ho avuto il piacere di pubblicare una mia silloge di componimenti poetici adolescenziali, scritti tra i banchi di scuola. Diciamo che non ho ascoltato il prezioso consiglio di Virginia Woolf di non pubblicare nulla almeno fino ai trent'anni; questo solamente perché purtroppo ho scoperto tale consiglio solo a pubblicazione avvenuta!
Fa un certo effetto, oggi, rileggere quel che scrivevo a sedici anni: quasi arrivo a vergognarmene e, per tale motivo, ho deciso di non pubblicare più nulla per qualche tempo.
Desidero raggiungere uno stile di scrittura che sento pienamente mio, prima di intraprendere una nuova iniziativa editoriale. Il desiderio indubbiamente c'è, ma, salvo alcune sporadiche pubblicazioni online, non so ancora di preciso quando verrà il momento in cui mi si rivedrà in libreria.

Natale è vicino... cosa speri di trovare sotto l'albero? Vorresti dare qualche "consiglio per gli acquisti"?
Quest'anno ho intenzione di addobbare l'albero di Natale più bello e colorato di sempre, quindi spero vivamente di trovarci una nuova fidanzata sotto! …Scherzo! Dato che siamo qui a parlare di libri, dico che sotto l'albero vorrei trovare un paio di quei libroni illustrati che tanto mi piacciono, quelli che si regalano alle grandi occasioni e che è sempre bello collezionare. Un bel libro illustrato sulla musica rock, o sui grandi film horror degli ultimi trent'anni, ad esempio. Sarebbe una sorpresa molto gradita.
Ai lettori invece consiglio il sempreverde dei sempreverdi natalizi, vale a dire il “Canto di Natale” di Dickens, ma, dato che lo abbiamo già letto e riletto tutti, come seconda ipotesi vi consiglio un bellissimo romanzo uscito in occasione del Natale dello scorso anno che si intitola “Il tredicesimo dono”, scritto da Joanne Huist Smith, che io stesso rileggerò con piacere durante le festività. Sono sicuro che lo apprezzerete molto.

Molto bene, prenderemo nota! Purtroppo il tempo a nostra disposizione è terminato; vuoi dire altro ai nostri lettori?
Per concludere, ringrazio Kronos Books per avermi sottoposto a quest'intervista, auguro delle buone feste a tutti voi lettori del blog e vi saluto con una citazione scherzosa di Woody Allen, per invitarvi a gustare i libri con calma e fino in fondo, anziché farlo in fretta con l'unico scopo di aumentare il numero delle vostre letture.
Ciao a tutti, vi auguro un Buon Natale e un felice 2016, ricco di prosperità.

“Ho preso lezioni di lettura veloce e adesso sono capace di leggere "Guerra e Pace" in venti minuti. Parla della Russia."
- Woody Allen


Con questa citazione ci salutiamo. Ringrazio Enrico per la disponibilità: è stato un piacere intervistare il Bukowski della New Generation e, mentre attendo che questo intervento ci renda ricchi e famosi, vi auguro buone feste e ottime letture.
Alla prossima!

Nessun commento:

Posta un commento