Buongiorno buonasera buonanotte!
Oggi voglio recuperare il terzo episodio della serie, così da accorciare le distanze.
E di distanze è giusto parlare, visto che i titoli che vi propongo oggi riguardano proprio questo, in un certo senso: si tratta di letture in cui i libri fanno allontanare, fanno avvicinare, oppure ci fanno ritrovare noi stessi.
Poiché in questo round ci sono più di tre testi (mi dispiace, non sono riuscita a trattenermi) cercherò di raggrupparli per elementi comuni ed essere sintetica.
1 - Libri che separano
Answers in the pages e Proibito leggere
Prima di partire, voglio subito avvisare del fatto che purtroppo il primo attualmente è disponibile solo in lingua inglese (ma di semplice comprensione).
Vediamo un po', cosa accomuna questi due signori? Sicuramente l'ambientazione scolastica, poi - ahimé - un po' di chiusura mentale e, fortunatamente, la presenza di uno studente con la voglia di dire IO NON CI STO. Sì, lo ammetto, quello della censura è un argomento di cui mi piace leggere ma che mi fa parecchio innervosire... (di recente, oltretutto, ho letto anche Property of the rebel librarian e non vi dico la fatica che ho fatto a finirlo, perché ogni pagina che giravo era un'ondata di rabbia e amarezza di proporzioni inquantificabili - si può dire così? rendo l'idea?). 😡😡😡
Insomma sono libri che mi interessano ma mi fanno sempre venire voglia di entrare nella storia per fare vari discorsetti ad un po' di persone e aspetto sempre con impazienza il momento del discorso finale per esultare insieme ai protagonisti. Perché? Perché quello che succede tra quelle pagine è questo: di punto in bianco e quasi totalmente a caso, arriva un genitore a dire "meh, quello che sta leggendo la mia creatura a scuola non mi sta bene, quindi bandiamo tutti i libri".
Con libri che separano intendo proprio il fatto che effettivamente dividono la gente, creano contrasti a volte anche molto forti. E la cosa tragica è che spesso, troppo spesso, questo succede pure nella realtà.
2 - Ritrovare se stessi
Il club dei perdenti e I miei giorni alla libreria Morisaki
Ok, questa forse è una combinazione un po' forzata e non so nemmeno bene come esprimere la mia idea. In modo molto drastico e sintetico, tentiamo così...
Se è vero che nel primo caso troviamo un ragazzino che vorrebbe solo ritagliarsi un angolo per leggere a scuola in santa pace e nel secondo troviamo una ragazza che si rifugia alla libreria dello zio per raccogliere i cocci della sua vita, è anche vero che per entrambi i protagonisti i libri creano effettivamente uno spazio sicuro, personale, in cui possono ritrovare se stessi, ricollegarsi al loro sé.
La butto là: un po' come quando Minerva dorme e io posso finalmente avere un po' di pace per recuperare un barlume di sanità mentale (la poca rimasta) e dedicarmi ad una bella lettura rigenerante.
Come dite? Non regge? Boh, magari avete ragione voi, però nella mia testa ha senso... 😅
3 - Libri che uniscono
I miei giorni alla libreria della felicità e Il club delle fate del libro
Qui troviamo quelle che per me sono state senza dubbio due ottime sorprese.
Nel primo caso la storia è un po' simile ad un libro di cui abbiamo parlato nel primo articolo, ovvero una donna che lascia la città per andare in un paesino e si trova ad aprire una libreria, ma francamente penso che questo sia senza dubbio più intrigante e coinvolgente dell'altro.
Nel secondo caso invece troviamo un fattorino che si riavvicina ai libri in seguito ad un film mentale che lui stesso si crea dopo aver fatto una consegna.
Quello che succede tra le pagine di questi libri, ciò che li accomuna, è che la vita dei protagonisti s'intreccia con un vario cast di personaggi, ognuno coi suoi problemi, ed in entrambi i casi si finisce inevitabilmente con l'affezionarsi a tutti. Insomma, possiamo dire che qui i libri uniscono alla grande, perché è che è come se creassero nuove bellissime famiglie. 😍😍😍
Credo sia facile intuire quali libri mi hanno lasciato di più il segno, nel bene e nel male, anche se in generale mi sono piaciuti tutti e mi sento ovviamente di consigliarli.
Per comodità, vi elenco qui i titoli con i relativi riferimenti editoriali:
1. Answers in the pages
David Levithan, Yearling, 192 pagine
2. Proibito leggere
Alan Gratz, Mondadori, 243 pagine
3. Il club dei perdenti
Andrew Clements, Rizzoli, 245 pagine
4. I miei giorni alla libreria Morisaki
Satoshi Yagisawa, Feltrinelli, 160 pagine
5. I miei giorni alla libreria della felicità
Cali Keys, Newton Compton, 288 pagine
6. Il club delle fate del libro
Thomas Montasser, Feltrinelli, 176 pagine
Anche per oggi vi saluto e vi ringrazio per l'attenzione.
Come sempre aspetto di sentire la vostra...
E spero di vedervi alla prossima puntata!
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