Gente indipendente, Halldor Laxness
Alzi la mano chi di voi conosce Halldor Laxness!
Nonostante il premio Nobel per la Letteratura vinto nel 1955, si tratta di uno scrittore con una notorietà che – inspiegabilmente – risulta di gran lunga inferiore al merito: è veramente incredibile come “Gente indipendente”, uno dei più grandi capolavori della letteratura del Novecento, abbia dovuto aspettare ben settant'anni prima di giungere fino a noi (grazie alla traduzione italiana proposta da Iperborea nel 2004).
L'Islanda a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo diventa lo sfondo ideale per raccontare la vita di un ex bracciante, Bjartur di Sumarhús, che, dopo aver acquistato a costo di immani sacrifici una piccola fattoria, si trova a lottare contro tutto e contro tutti, vittima designata di sfortune ed avversità di ogni genere, in un territorio ostile su cui incombono ataviche maledizioni.
Bjartur rappresenta una sorta di moderno Don Chisciotte, impavido e risoluto, disposto a tutto pur di preservare la propria indipendenza. Allo stesso tempo, nonostante l’atteggiamento duro e convinto, è un personaggio che riesce a stupire il lettore grazie alla sua sincera ed innegabile umanità.
Il romanzo racconta la storia di una sopravvivenza: la battaglia di una persona tenace, incline alla rinuncia ed al sacrificio, che cerca di stare a galla in un mondo in piena e costante trasformazione.
Ci addentriamo così in una saga famigliare pregna di drammaticità, in cui il senso dell'onore sconfina spesso nell'amaro territorio della sofferenza, in cui lo smisurato orgoglio diventa la logica espressione dell’amore infinito per la propria terra.
L'Islanda – vera coprotagonista della vicenda – viene descritta in maniera magistrale, con i suoi territori, selvaggi ed inclementi, duramente sferzati dall'ineluttabilità dei processi naturali.
Sullo sfondo, la storia scorre come un fiume in piena attraverso trasformazioni sociali, conflitti mondiali e metamorfosi economiche; assistiamo alla scomparsa dell’arcaico sistema mercantile a favore delle banche e delle società cooperative.
Lo stile è davvero degno di nota: con una scrittura potente ed innovativa, Laxness dimostra l’invidiabile capacità di saper alternare elementi in apparenza contrastanti, riuscendo a conciliare naturalismo ed afflato poetico.
Consigliato a: coloro che vogliono scoprire un autore troppo a lungo dimenticato, attraverso un romanzo che è più di una “perla nascosta”: un’opera unica ed originale, che rimane per l’eternità.
Voto: 9/10
Nonostante il premio Nobel per la Letteratura vinto nel 1955, si tratta di uno scrittore con una notorietà che – inspiegabilmente – risulta di gran lunga inferiore al merito: è veramente incredibile come “Gente indipendente”, uno dei più grandi capolavori della letteratura del Novecento, abbia dovuto aspettare ben settant'anni prima di giungere fino a noi (grazie alla traduzione italiana proposta da Iperborea nel 2004).
L'Islanda a cavallo fra il diciannovesimo e il ventesimo secolo diventa lo sfondo ideale per raccontare la vita di un ex bracciante, Bjartur di Sumarhús, che, dopo aver acquistato a costo di immani sacrifici una piccola fattoria, si trova a lottare contro tutto e contro tutti, vittima designata di sfortune ed avversità di ogni genere, in un territorio ostile su cui incombono ataviche maledizioni.
Bjartur rappresenta una sorta di moderno Don Chisciotte, impavido e risoluto, disposto a tutto pur di preservare la propria indipendenza. Allo stesso tempo, nonostante l’atteggiamento duro e convinto, è un personaggio che riesce a stupire il lettore grazie alla sua sincera ed innegabile umanità.
Il romanzo racconta la storia di una sopravvivenza: la battaglia di una persona tenace, incline alla rinuncia ed al sacrificio, che cerca di stare a galla in un mondo in piena e costante trasformazione.
Ci addentriamo così in una saga famigliare pregna di drammaticità, in cui il senso dell'onore sconfina spesso nell'amaro territorio della sofferenza, in cui lo smisurato orgoglio diventa la logica espressione dell’amore infinito per la propria terra.
L'Islanda – vera coprotagonista della vicenda – viene descritta in maniera magistrale, con i suoi territori, selvaggi ed inclementi, duramente sferzati dall'ineluttabilità dei processi naturali.
Sullo sfondo, la storia scorre come un fiume in piena attraverso trasformazioni sociali, conflitti mondiali e metamorfosi economiche; assistiamo alla scomparsa dell’arcaico sistema mercantile a favore delle banche e delle società cooperative.
Lo stile è davvero degno di nota: con una scrittura potente ed innovativa, Laxness dimostra l’invidiabile capacità di saper alternare elementi in apparenza contrastanti, riuscendo a conciliare naturalismo ed afflato poetico.
Consigliato a: coloro che vogliono scoprire un autore troppo a lungo dimenticato, attraverso un romanzo che è più di una “perla nascosta”: un’opera unica ed originale, che rimane per l’eternità.
Voto: 9/10