Io e Mr Wilder potrebbe rappresentare il momento della "rinascita" per Jonathan Coe, dopo alcuni romanzi non troppo memorabili. L'autore britannico, questa volta, ha scelto di esplorare territori diversi dal solito ideando una riuscita miscela storica di eventi reali e finzione, ambientata alla fine degli anni Settanta. Ne scaturisce un libro di facile e gradevole lettura, che si divora con lo stesso piacere che proviamo nel vedere un vecchio film.
Calista è una cinquantasettenne, con due figlie in procinto di partire per l'università. Dopo aver accompagnato Francesca, una delle figlie, all’aeroporto, la donna ricorda il suo viaggio in America di parecchi anni prima - il lontano 1976 - in cui ebbe luogo l’incontro casuale che avrebbe cambiato la sua esistenza: quello col Maestro della commedia Billy Wilder. Un evento inaspettato che, l'anno successivo, l’avrebbe portata a lavorare come interprete di lingua greca sul set di Fedora (il penultimo film di Wilder) e che l'avrebbe spinta a intraprendere la carriera di compositrice di colonne sonore.
Questo è un libro di ricordi agrodolci, che rappresenta una vera e propria "lettera d'amore" nei confronti del cinema. Ci racconta l'incontro immaginario tra il regista di A qualcuno piace caldo, Viale del tramonto e L'appartamento e una giovane donna greca; una storia che viene narrata in flashback dalla protagonista che, all'epoca, aveva l'età che hanno ora le sue figlie
Jonathan Coe ha creato un romanzo che parla di tante cose diverse: della creatività e su come si possa cambiare con l'incedere degli anni; del controverso rapporto tra l'Europa e gli Stati Uniti; della profonda amicizia tra due colleghi/artisti (Wilder e lo sceneggiatore Diamond) che, in certi momenti, appaiono più vicini di quanto lo siano alle loro mogli; della cognizione del dolore e del modo di affrontarlo.
Billy Wilder rinasce improvvisamente dalle ceneri, come una fenice, e si presenta agli occhi del lettore con il suo modo di essere, il suo stile, il suo senso dell'humour (non per caso, molte delle battute di Wilder sono state recuperate da interviste e biografie).
Non sarà il miglior Coe di sempre - i tempi di La famiglia Winshaw, La casa del sonno e La banda dei brocchi sono ormai lontani e inarrivabili - ma rappresenta comunque una lettura piacevole, intelligente e in grado di far riflettere a fondo sulla forza dei ricordi e sullo strano rapporto che, spesso, si viene ad instaurare tra passato e presente.
Consigliato a: coloro che amano i romanzi lievi e piacevoli come una foglia trasportata dal vento e per chiunque desideri osservare da vicino uno dei Grandi della Hollywood che fu (e che, probabilmente, non tornerà mai più).
Voto: 7/10