“Feci dei sogni, non erano incubi, ma sogni musicali, sogni di domande trasparenti, sogni di aerei affusolati e sicuri che attraversavano l'America latina da un capo all'altro in un cielo azzurro splendente e freddo.”
Siamo nel settembre 1968. Le forze dell'ordine di Città del Messico irrompono nell'Università ed arrestano chiunque si trovi sul loro cammino: studenti, professori o bidelli che siano.
Durante la sua forzata reclusione nei bagni dell'ateneo la protagonista nonché voce narrante Auxilio Lacouture - una donna di origine uruguaiana che si professa "madre della poesia messicana" - rivive una serie di incontri passati e futuri con artisti e letterati della capitale messicana
Quando ci si trova immersi in un libro di Roberto Bolaño diventa sempre più complicato cercare di separare la finzione dalla realtà. Il lettore, d'altro canto, si ritrova imprigionato in una sorta di labirinto; un universo parallelo agghiacciante e spaventoso che scarica i suoi riflessi attraverso i continenti e le epoche.
Anche in questo romanzo breve sarebbe del tutto insensato cercare di sviscerare le componenti-base di una trama. Personaggi reali e immaginari – tra cui lo stesso Ernesto Che Guevara – danzano ipnoticamente davanti agli occhi del lettore come statue nel corso di una processione. Spazio e tempo si intersecano di continuo, senza soluzione di continuità, non permettendo di distinguere il confine che separa il sogno dalla realtà.
Una delle cose più importanti di Amuleto è la voce di Auxilio: è affascinante seguire il flusso dei suoi pensieri, con tutto il suo corollario di eccentricità e di ribellione. Poetessa appassionata a sua volta dalla poesia, presenta una fede incrollabile nei giovani scrittori emergenti e svolge il ruolo di "levatrice" durante il parto della storia: una storia che solo attraverso il magico potere della scrittura può essere trattenuta e non lasciata cadere nel dimenticatoio
La scrittura di Bolaño è unica. Sostenere che le sue opere possiedano esclusivamente qualità oniriche sarebbe piuttosto limitativo; l'autore riesce a muoversi con destrezza tra i richiami onirici e le constatazioni concrete e realistiche riguardanti la cruda realtà della vita in America Latina.
Arturo Belano, che fa capolino all'interno del racconto, è l'alter ego dello scrittore a cui fa raccontare le vicissitudini accadute all'autore durante il golpe di Pinochet e la caduta di Allende.
Consigliato a: coloro che amano gli autori capaci di coniugare realismo e elementi onirici; a chi apprezza i flussi di coscienza inarrestabili e sinceri ed a chiunque voglia approcciarsi a uno dei più grandi scrittori sudamericani dell'epoca contemporanea.
Voto: 7,5/10
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