Confesso che fino a poche settimane fa non avevo idea di chi fosse William Saroyan…
Poi, leggendo Nel più bel sogno di Marco Vichi, mi sono imbattuto per caso nel nome di questo scrittore: il Commissario Bordelli – il protagonista – era infatti impegnato nella lettura di La commedia umana e ne tesseva le lodi in maniera entusiastica.
Fatto sta che, qualche tempo dopo, il libro è entrato di prepotenza nella mia wish-list, mi è stato regalato per Natale… e mi ci sono immediatamente dedicato: è stata una splendida esperienza (l'ho divorato in due giorni) che si è meritata un posto d'onore tra le migliori letture del 2017.
Raramente mi è capitato di emozionarmi così con un romanzo… ma procediamo con ordine.
La storia dei Macauley è simile a quella di altre famiglie all'epoca del Secondo Conflitto Mondiale: padre deceduto, fratello maggiore partito per il fronte e soldi che scarseggiano. Nonostante tutto, i Macauley hanno la scorza dura: la mamma si dedica alla cura del pollaio, la sorella agli studi ed il piccolo Ulysses – un personaggio davvero unico – osserva il mondo circostante con i suoi occhi limpidi e sinceri. Il vero protagonista, però, è Homer, il terzogenito: pur frequentando il liceo, mantiene la famiglia lavorando come portalettere all'Ufficio del Telegrafo, rivelandosi il messaggero più veloce della costa occidentale. A poco a poco prenderà coscienza di se stesso e delle sue abilità, facendo il suo ingresso nel mondo difficile e controverso degli adulti.
La commedia umana rappresenta il ritratto magico e delicato di un’America ormai lontana e, al tempo stesso, una meravigliosa parabola sul mondo dell'adolescenza. La scrittura è semplice, lineare, capace di prendere per mano il lettore e di trascinarlo in un mondo in cui la serenità dei protagonisti di fronte agli eventi colpisce il cuore, non venendo meno neppure quando si discorre di cose orribili come la guerra e il dolore.
Si tratta di un'opera che, a prima vista, potrebbe apparire un po' troppo buonista e sdolcinata, l’ennesima declinazione del sogno americano… Eppure, nonostante ciò, ogni singola riga è in grado di esprimere una sensazione di semplicità e di delicatezza che, talvolta, si miscela con "la rabbia armena" potentemente distillata dalla penna dell’autore.
Questo è il classico libro d'altri tempi che può funzionare ancora in un’epoca come la nostra: profondo e spirituale, lirico e commovente, mi ha permesso di scoprire un grande della letteratura nordamericana del Novecento che ha influenzato autori famosi come Bukowski e John Fante.
Se dovevo trovare il romanzo adatto per concludere degnamente questo anno di letture… non potevo fare scelta migliore.
Consigliato a: coloro che amano i grandi romanzi capaci di parlare alla mente ed al cuore e a tutti quelli che vogliono (ri)scoprire un piccolo classico che merita un posto in primo piano sugli scaffali di ogni libreria che si rispetti.
Voto: 8,5/10
Se ha influenzato Fante e Bukowski, vale proprio leggerlo. Non dico la pena, ma vale la gioia di leggerlo. Benissimo, lo aggiungo alla mia Cintura di Orione in libri... grazie della segnalazione!
RispondiEliminaUn libro che non conoscevo... e che mi ha stupito.
RispondiEliminaSaroyan ha avuto il merito di concentrare nel testo l'umilta', la sincerita' e l'innocenza che solo gli esseri umani allo stato piu' puro possono vantare. Anch'io ho conosciuto questo libro, questo autore, attraverso la lettura di Marco Vichi e gli dico... grazie. Silvia
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