Buongiorno a tutti, cari lettori.
Vorrei aprire un nuovo spazio nel blog e dedicarlo alle interviste. Per inaugurare questa sezione, è con noi oggi Enrico Casetta: un giovane lettore che si dedica anche alla scrittura.
Vorrei aprire un nuovo spazio nel blog e dedicarlo alle interviste. Per inaugurare questa sezione, è con noi oggi Enrico Casetta: un giovane lettore che si dedica anche alla scrittura.
Allora,
Enrico, per rompere il ghiaccio parlaci un po' di te: chi sei e cosa fai nella
vita?
Buongiorno a tutti i lettori di
Kronos Books, mi chiamo Enrico Casetta, ho 23 anni e abito in provincia di
Venezia. Nella vita la mia principale occupazione è lo studio universitario.
Sono inoltre un avido lettore e mi diletto con la scrittura, motivi per i quali
mi trovo qui ora.
Sei
un lettore appassionato; come nasce l'amore per la lettura?
Credo vi sia una sorta di
predisposizione innata che mi lega alla lettura: mi sono sempre sentito
fortemente attratto dalla parola scritta... e dall'odore dei libri stampati di
fresco!
Ricordo però con precisione il
momento a partire dal quale sono divenuto un lettore autonomo e, per certi versi,
bibliodipendente: avevo 10 anni e la copertina color limone dei “gialli
Mondadori” ebbe la meglio su di me mentre stavo accompagnando mia madre a fare
la spesa al supermercato. Acquistai e lessi “La statua di cera” di Peter
Lovesey (Il Giallo Mondadori n. 2793 dell'11 agosto 2002) tutto d'un fiato.
Ne seguì poi la fissazione per
gli immancabili libretti verdi della collana “Piccoli Brividi” e, a mano a mano
che maturavo come persona, maturavano anche le letture che affrontavo.
Infine, ai tempi delle superiori
arrivò Charles Bukowski, ma questa è un'altra storia.
Questo ha influenzato in qualche modo le tue scelte, ad esempio per gli studi?
Ho sempre avuto una particolare
predizione per la materia letteraria e umanistica in genere, fin dai primissimi
goffi tentativi di scrittura alla scuola elementare. Per l'intero arco della
fase adolescenziale, la lettura e la scrittura mi hanno accompagnato passo dopo
passo e non ho dubbi che abbiano contribuito a farmi crescere e a rendermi ciò
che sono ora.
Da mera passione, la letteratura
è poi divenuta una tale ambizione personale da spingermi a iscrivermi alla
facoltà di Lettere all'Università, dopo uno sbagliato ma sudato diploma di
geometra, che oggi considero un amaro errore di percorso.
Ho ottenuto la laurea di primo
livello in Lettere e adesso sto proseguendo felicemente i miei studi
specialistici, sempre in ambito letterario contemporaneo.
Dico perciò che sì, la lettura ha
influenzato moltissimo i miei passi, e continua a farlo, fornendomi la vitalità
costante che mi permette di studiare ogni giorno quel che più mi piace e fa
parte di me. E questo ritengo sia fondamentale.
Parlaci
delle tue idee: quali sono i tuoi gusti in campo letterario? Hai un autore, un
libro o un genere che preferisci in particolare?
Questa credo sia la domanda più
difficile per ogni appassionato lettore. È molto difficile riuscire a
identificarsi con un unico genere o un'unica tematica in particolare, visto
l'immenso universo letterario di cui oggi disponiamo. Universo, questo, costantemente
in mutazione, in quanto abbiamo modo di assistere alla continua nascita di
nuove sperimentazioni e alla conseguente scomparsa di altrettanti generi, che
per qualche motivo non soddisfano più i gusti del lettore moderno.
Per quel che mi riguarda, apprezzo
molto la letteratura noir e thriller e non disdegno le sue sfumature più
macabre, o horror che dir si voglia. Sì, sto parlando proprio di lui, di Re
Stephen; che tutti, in fondo, amiamo.
Libro preferito? Su questo nessun
tentennamento: “Il Profeta”, di Gibran. Quel testo sa arrivare dove deve
arrivare, toccando i punti giusti.
Autore preferito? Beh, già lo
avevo menzionato; nessun altro meglio di Charles Bukowski potrebbe essere
l'autore che maggiormente apprezzo e conosco, tanto da avermi spinto a scrivere
la tesi di laurea su di lui.
E
che ci dici riguardo al tanto discusso confronto fra libro digitale e libro
cartaceo?
Non sono d'accordo con quanti
affermano che il libro cartaceo sia ormai giunto alla fine del suo percorso. Lo
affermano le statistiche? Pazienza, io di quelle mi fido ben poco; bisogna
sempre analizzare i parametri secondo i quali esse sono state condotte. Sono
anch'io un fruitore di libri digitali, si badi, ma questo non significa che in
campo librario la tecnologia abbia avuto la meglio. Il libro cartaceo non è
affatto vintage e, se anche lo fosse, sarebbero solo dei punti di
fascino in più, al pari di quello che sta avvenendo in ambito musicale con la
riscoperta del vinile anche da parte dei giovanissimi, che preferiscono la
musica analogica a quella sbrindellata in sequenze di bit.
Liquiderei la questione in
termini semplici: il digitale è comodo, il cartaceo è bello. In viaggio è
decisamente più sensata la scelta di un e-book reader, in quanto stravince sul
cartaceo in termini di praticità: trasportare un trolley contenente una ventina
di libri non credo sia il massimo. A casa, invece, durante uno di quei
pomeriggi autunnali che tutti noi lettori amiamo, e di fronte a una fumante
tazza di tè, il libro cartaceo è un must. Non c'è partita.
Accantoniamo
momentaneamente l'Enrico lettore e diamo spazio all'Enrico
"scribacchino": so che hai scritto un libro e che ora ti dedichi ai
racconti. Ai fini della scrittura, quanto reputi siano importanti le letture
che affronti? Quali sono le tue ispirazioni?
Scrivo sempre più di frequente,
tanto che tale operazione è divenuta oramai una parte di me. Credo fosse stato
proprio Stephen King a domandarsi quanto sia inutile pagare uno psicoterapeuta,
dal momento che scrivere invece è del tutto gratuito! Scherzi a parte, ritengo
sia molto importante potersi ispirare a qualcuno nei primi tempi, certo non per
copiarne lo stile. Quest'ultimo è del tutto personale.
La prima fonte d'ispirazione per
tutti gli artisti dovrebbe essere la vita stessa; le gioie e i dolori
necessitano di essere riversati sulla pagina, curando le amarezze di ognuno di
noi. Non è certo un caso se le migliori opere siano nate dal dolore, sia esso
dovuto alle spine di un cuore infranto o alle fauci che divorano l'individuo
che non ha più voglia di vivere e lottare.
Oltre alle proprie emozioni, vi
sono poi gli altri autori dai quali trarre ispirazione. Nel mio caso ci sono i
minimalismi di Raymond Carver, la pazzia di Chuck Palahniuk e lo humour di
Charles Bukowski, più molto altro ancora.
Vuoi
parlarci della tua esperienza editoriale? Pubblicherai altro, in futuro?
Sì, nel 2009 ho avuto il piacere
di pubblicare una mia silloge di componimenti poetici adolescenziali, scritti
tra i banchi di scuola. Diciamo che non ho ascoltato il prezioso consiglio di
Virginia Woolf di non pubblicare nulla almeno fino ai trent'anni; questo
solamente perché purtroppo ho scoperto tale consiglio solo a pubblicazione
avvenuta!
Fa un certo effetto, oggi,
rileggere quel che scrivevo a sedici anni: quasi arrivo a vergognarmene e, per
tale motivo, ho deciso di non pubblicare più nulla per qualche tempo.
Desidero raggiungere uno stile di
scrittura che sento pienamente mio, prima di intraprendere una nuova iniziativa
editoriale. Il desiderio indubbiamente c'è, ma, salvo alcune sporadiche
pubblicazioni online, non so ancora di preciso quando verrà il momento in cui
mi si rivedrà in libreria.
Natale
è vicino... cosa speri di trovare sotto l'albero? Vorresti dare qualche
"consiglio per gli acquisti"?
Quest'anno ho intenzione di
addobbare l'albero di Natale più bello e colorato di sempre, quindi spero
vivamente di trovarci una nuova fidanzata sotto! …Scherzo! Dato che siamo qui a
parlare di libri, dico che sotto l'albero vorrei trovare un paio di quei
libroni illustrati che tanto mi piacciono, quelli che si regalano alle grandi
occasioni e che è sempre bello collezionare. Un bel libro illustrato sulla
musica rock, o sui grandi film horror degli ultimi trent'anni, ad esempio.
Sarebbe una sorpresa molto gradita.
Ai lettori invece consiglio il
sempreverde dei sempreverdi natalizi, vale a dire il “Canto di Natale” di
Dickens, ma, dato che lo abbiamo già letto e riletto tutti, come seconda
ipotesi vi consiglio un bellissimo romanzo uscito in occasione del Natale dello
scorso anno che si intitola “Il tredicesimo dono”, scritto da Joanne Huist
Smith, che io stesso rileggerò con piacere durante le festività. Sono sicuro
che lo apprezzerete molto.
Molto
bene, prenderemo nota! Purtroppo il tempo a nostra disposizione è terminato; vuoi
dire altro ai nostri lettori?
Per concludere, ringrazio Kronos
Books per avermi sottoposto a quest'intervista, auguro delle buone feste a
tutti voi lettori del blog e vi saluto con una citazione scherzosa di Woody
Allen, per invitarvi a gustare i libri con calma e fino in fondo, anziché farlo
in fretta con l'unico scopo di aumentare il numero delle vostre letture.
Ciao a tutti, vi auguro un Buon Natale e un felice 2016, ricco di prosperità.
Ciao a tutti, vi auguro un Buon Natale e un felice 2016, ricco di prosperità.
“Ho preso lezioni di lettura veloce e adesso sono capace di leggere
"Guerra e
Pace" in venti
minuti. Parla della Russia."
- Woody Allen
Con questa citazione ci salutiamo.
Ringrazio Enrico per la disponibilità: è stato un piacere intervistare il
Bukowski della New Generation e, mentre attendo che questo intervento ci renda
ricchi e famosi, vi auguro buone feste e ottime letture.
Alla prossima!
Alla prossima!
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