Si può dire, senza timore di essere smentiti, che Furore sia il vero Grande Romanzo Americano: un libro che riesce a celebrare le virtù e la forza di un popolo sottolineandone, nel contempo, le contraddizioni.
Nonostante il trascorrere inesorabile del tempo, quest'opera mantiene integro il suo potere espressivo: ci si indigna, ci si emoziona e ci si lascia trasportare dal flusso inesorabile degli eventi, consci di essere al cospetto di uno dei libri più importanti della letteratura del Novecento.
Nessuno più di John Steinbeck è riuscito a sottolineare le difficoltà di un’epoca e di una nazione: l’America della Grande Depressione, un paese che si credeva forte e si è invece trovato – di punto in bianco – con le toppe sul sedere.
Come in Uomini e topi, i protagonisti sono persone assolutamente comuni, che hanno sempre vissuto del lavoro dei propri campi: quella parte di popolazione che, dopo l’esplosione della crisi, si è trovata improvvisamente impoverita, spiazzata ed incredula di fronte ai cambiamenti in atto.
L’odissea della famiglia Joad, costretta ad abbandonare la regione arida e crudele in cui ha vissuto per decenni, è la medesima storia dei migranti dei nostri giorni: di coloro che non hanno alternativa se non quella di fuggire da un luogo che non dà adito a speranze per cercare una nuova terra promessa, in cui tentare di sopravvivere.
La California – dipinta come una sorta di giardino dell’Eden – non è però lo stesso paese descritto sui volantini pubblicitari, stampati con l’unico proposito di attirare mano d’opera a buon prezzo. Si dimostrerà un luogo difficile ed inospitale, dove lo sfruttamento dell’uomo sull'uomo, le vessazioni e la crudeltà di chi ha paura dei “nuovi arrivati” si esplicano quotidianamente, generando una lotta tra chi vuole mantenere il proprio status quo e chi non riesce nemmeno a sfamare la propria famiglia.
Con una prosa diretta, che alterna il lirismo delle descrizioni alla semplicità dei dialoghi (ottima la traduzione italiana), Steinbeck consegna alla storia della letteratura un romanzo straordinario, che resta dentro e fa riflettere. Perché Furore non è solo la storia di una famiglia: rappresenta allo stesso tempo una notevole ricostruzione storica ed un'attenta analisi sociale, capace di centrare l’obiettivo su problemi mai completamente risolti, come l’industrializzazione selvaggia, lo sfruttamento della mano d’opera e l’emigrazione.
Giudizio: un capolavoro!
Consigliato a: coloro che amano i grandi romanzi, epici e potenti, capaci di toccare la mente ed accarezzare il cuore del lettore ed a chiunque voglia fare la conoscenza di una delle migliori opere letterarie del Novecento.
Voto: 9/10
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