lunedì 30 ottobre 2023

Ragazze perdute. Gli ultimi giorni di Katy Skerl - Max e Francesco Morini



Commentare i romanzi dei Morini Bros sta ormai diventando una piacevole abitudine. Dopo i quattro volumi incentrati sulla figura del libraio-detective Ettore Misericordia e l’incursione nel giallo-storico con Mozart deve morire, stavolta è il turno della loro ultima fatica letteraria: Ragazze perdute. Gli ultimi giorni di Katy Skerl.
Il 21 gennaio 1984 Katy Skerl, una studentessa diciassettenne, fu strangolata nei pressi di una vigna a Grottaferrata, dopo aver partecipato a una festa a casa di amici. Si trattò di una vicenda clamorosa, destinata a suscitare scalpore, ma che col passare del tempo finì relegata nel novero dei delitti irrisolti (alla pari dei casi Emanuela Orlandi e Mirella Gregori). A distanza di decenni – siamo nell’estate del 2022 – Francesco, un tempo fidanzato della giovane, viene a conoscenza del trafugamento della bara della ragazza. Sarà costretto a fare un salto all’indietro nel tempo, rivivendo quei disperati e drammatici giorni per venire a patti con un passato che, improvvisamente, si è riaperto davanti a lui alla stregua di una botola spuntata dal nulla.

Francesco – il protagonista del romanzo – non è altri che il Francesco Morini autore del libro (in sodalizio col fratello Max), che ha vissuto in prima persona le vicende descritte e che fa da voce narrante nello sviluppo della trama. I nuovi eventi, che hanno di fatto riaperto le indagini sul delitto, rappresentano così uno spunto per ricostruire l’intera vicenda, partendo dal primo incontro tra il ragazzo e la sfortunata Katy. Assistiamo così a un andirivieni, avanti e indietro nel tempo, in cui gli accadimenti di quasi quarant’anni prima e quelli “in presa diretta” si miscelano come se davanti agli occhi del lettore si stesse componendo un misterioso e enigmatico puzzle.
Fiction e non fiction arrivano dunque a interagire fino a compenetrarsi, unificando di fatto due categorie che paiono viaggiare su binari separati: l’inchiesta giornalistica e il giallo di evasione. Ne scaturisce un ibrido interessante che – unendo i fatti reali alla verve romanzesca – riesce ad essere allo stesso tempo opera d’intrattenimento e resoconto storico di eventi lontani ma tornati improvvisamente attuali e meritevoli di attenzione.



La scrittura dei Fratelloni Romani è semplice ma mai banale; il flusso narrativo si sviluppa con armonia, alternando il registro nostalgico proprio degli avvenimenti del passato a quello meno idealista e più doloroso della maturità. Indagine su un cold-case e racconto di formazione, passione giovanile e storia d’amore: sono davvero tante le possibili chiave di lettura per questo libro che rappresenta, per gli autori, il pieno raggiungimento della maturità letteraria.
Risulta particolarmente riuscito il contrasto tra le due epoche, che emerge capitolo dopo capitolo, accuratamente filtrato attraverso la narrazione di Francesco. Il passato è una terra straniera in cui l’impegno politico, l’ammirazione per il Che, le canzoni di Guccini e gli ideali della sinistra extraparlamentare si stagliano come pietre miliari, a indicarci la strada del tempo che fu. Il presente rappresenta invece l’età della rassegnazione e dei rimpianti, ma anche dell’accettazione di sé stessi: il momento in cui si prende coscienza della perdita di un’innocenza che – probabilmente – si era estinta proprio con la tragica morte di Katy.

Voto: 7,5/10

venerdì 27 ottobre 2023

L'ultima cosa bella sulla faccia della terra, Michael Bible


Una bella sorpresa questo romanzo, di impostazione nitidamente faulkneriana, ambientato nella cittadina di Harmony in Carolina del Sud. Si tratta di un libro relativamente breve – poco più di 130 pagine, articolate su 4 lunghi capitoli – ma che riesce a raccontare con rara efficacia una serie di vicende contrastanti, il cui registro varia dall’angoscia alla frustrazione, dalla rabbia alla malinconia.
Michael Bible è un giovane e talentuoso autore, capace di far parlare le voci del passato e quelle del presente, miscelandole pagina dopo pagina. La sua abilità sta nel far emergere una sensazione di inquietudine, amara e persistente, che diventa il leit motiv dell’intera narrazione: uno stato di quasi impasse in cui i peccati e i peccatori di questo piccolo microcosmo americano vengono tutt’ad un tratto ammutoliti da un gesto terribile e inconsulto.


L’ultima cosa bella sulla faccia della terra si apre con un consesso di uomini non più giovanissimi che raccontano una tragedia avvenuta una domenica di tanti anni prima. In quell’occasione Iggy, un adolescente solitario e problematico, si era cosparso di benzina nel corso di una funzione della locale Chiesa Battista, scatenando un incendio che aveva provocato la morte di ben 25 persone.
Da quel momento in avanti la trama procede avanti e indietro nel tempo, indagando le esistenze dei protagonisti, costrette tra segreti di famiglia e rigide imposizioni sociali dove, in molti casi, sesso e droga costituiscono le uniche vie di uscita.

Ritroviamo quindi Iggy, miracolosamente scampato all’incendio, nel braccio della morte; è in attesa dell’iniezione letale, impegnato a ricordare malinconicamente la propria turbolenta vita sentimentale – equamente divisa tra la intraprendente Cloe e l’originale Paul – culminata nella tragica morte di uno dei suoi partner. L’autore riesce nel difficile intento di “umanizzare” questo personaggio: non si tratta solo di un semplice criminale, ma di un ragazzo triste e ferito con cui il lettore entra immediatamente in empatia (pur sapendo benissimo che, per il suo delitto, non ci sarà perdono).

Il resto del romanzo si concentra sugli altri residenti di Harmony, vittime dirette e indirette dell'incendio. Farber, che lavora in biblioteca, sviluppa un legame sentimentale di breve durata con Cleo, l'ex amante di Iggy. In questa terza parte, la ragnatela di connessioni tra i vari personaggi e il loro rapporto con il giovane incendiario si fa sempre più serrato, evidenziando la fragilità delle relazioni umane nel loro particolarissimo e singolare intreccio.

Nella sezione finale torna in prima persona Joe, i cui genitori sono periti nell'incendio, vittima di residui traumatici di cui non riesce a liberarsi.


Con una prosa asciutta e incisiva, costruita su immagini forti, Bible ci restituisce l’immagine di una provincia americana in cui l’individualismo e la violenza la fanno da padroni; una società senza speranza in cui troppe giovani vite vengono stritolate senza la possibilità di poter ascoltare il caldo e lieve respiro della vita.

Voto: 8/10

lunedì 23 ottobre 2023

5 libri da 5 stelle!

 

Vi starete sicuramente chiedendo: ma che fine hanno fatto? Purtroppo il tempo a disposizione – tra lavoro, vita familiare (con una bimba in costante crescita) e incombenze varie - è sempre di meno… perciò siamo rimasti un po’ indietro con gli articoli del nostro blog.
Vedrò quindi di farmi perdonare segnalandovi quelle che sono state le migliori tra le mie ultime letture.

Partiamo da Stalingrado, di Vasilij Grossman. Si tratta di libro fiume, pieno di pagine indimenticabili, in cui si percepisce fino in fondo il respiro della storia. Ambientato nel 1942 – al tempo dell’attacco sferrato dalla Germania Hitleriana alla Russia – è un’opera monumentale, di ineguagliabile potenza narrativa, dall’incedere epico e struggente. Forse un filino inferiore al capolavoro Vita e destino – di cui Stalingrado costituisce una sorta di prequel – è un romanzo che rimane nel cuore del lettore grazie alla sua accurata documentazione storica ma anche per l’apporto dei vari personaggi – piccoli ma grandi uomini – che restituiscono un’immagine indelebile della forza morale e spirituale di quel popolo russo che fermò, di fatto, l’espandersi della barbarie nazista. Voto: 8,5/10



Procediamo con Cattedrale, di Raymond Carver. Il maestro degli short cuts non si smentisce; anzi, con questa raccolta consegna alla storia della letteratura il suo libro migliore. Con uno stile asciutto ed essenziale, che lascia ampio spazio all’elemento “colloquiale”, l’autore statunitense riesce a rappresentare in maniera inarrivabile i drammi della moderna società americana. Il minimalismo di questi racconti brilla come lo specchio di un’epoca, la quotidianità viene raffigurata in maniera precisa, lasciando al lettore il dovuto spazio per “completare” gli spazi volutamente lasciati sospesi. 12 racconti, tutti notevoli, tra cui spiccano Una cosa piccola ma buona e Cattedrale (che dà titolo all’intera raccolta). Voto: 8/10



Proseguo la mia rassegna di libri memorabili con Voci in fuga, del Nobel 2021 Abdulrazak Gurnah. L’autore tanzaniano si conferma potente cantore della sua terra, attraverso una saga familiare in cui i destini dei vari protagonisti si intrecciano senza soluzione di continuità, miscelando alla perfezione le vicende africane e quelle relative alla dominazione coloniale (prima tedesca, poi britannica). Una storia avvincente, con personaggi ben costruiti che costituiscono il simbolo di ferite mai sanate, ma anche di forti rapporti personali: l’amore, l’amicizia e il rispetto reciproco. Pur non raggiungendo i livelli di eccellenza di Sulla riva del mare, Voci in fuga è comunque un romanzo importante, che giunge a toccare in profondità le corde dell’animo. Voto: 8/10



Annientare, di Michel Houellebecq, rappresenta a mio parere uno dei punti più alti della carriera dello scrittore francese: un genio maledetto che sa scrivere veramente bene. Romanzo angosciante, totale, che affronta temi politici ed esistenziali in maniera lucida e chirurgica e in cui si ritrovano i temi ricorrenti dell’autore: il nichilismo persistente, l’attacco alla modernità, la dimensione fisica dell’amore spirituale. Libro scevro da falsi moralismi, quasi apocalittico nel suo incedere ma al tempo stesso coinvolgente e disturbante, è un’opera dai risvolti talvolta tragici ma che lascia trapelare – e questo per Houellebecq è un’assoluta novità - alcune tenui note di speranza. Voto: 8,5/10



Concludo la mia rassegna di “libri top” con Il vangelo secondo Gesù Cristo, del Grande José Saramago. Si tratta di una rivisitazione in chiave fittizia della vita di Gesù, in cui la sua figura viene descritta in forma “umanizzata”, vittima di dubbi e di passioni come un uomo qualunque. Con la sua inimitabile tecnica narrativa, lo scrittore portoghese ci racconta una sorta di fiaba capace di far nascere in ogni lettore domande interiori, che mettono in discussione alcuni punti fermi su cui è basata la fede cattolica. Immergersi nella storia del Cristo dal lato umano – e perciò di comune mortale – è un’esperienza coinvolgente ed emozionante, in grado di far riflettere a fondo sulla natura umana e sulla sua storia.  Voto: 8/10



Per ora… ho terminato.
Fatemi sapere se avete letto qualcuno dei libri che ho brevemente descritto e, eventualmente, esponete il vostro punto di vista.
Un saluto… arrivederci alla prossima occasione.  

Gio