Terra alta rappresenta un cambiamento radicale nella carriera letteraria di Javier Cercas. Coloro che hanno letto - e apprezzato - i precedenti romanzi come Soldati di Salamina, L'impostore o Anatomia di un istante si sentiranno decisamente spiazzati di fronte alla svolta noir dell'autore. Rispetto alle opere citate, infatti, non ritroviamo né la voce narrante autobiografica, né le riflessioni metanarrative, né il passato storico rispolverato, ma una storia poliziesca abbastanza comune, raccontata attraverso uno stile alleggerito e manierato che non convince del tutto.
Siamo nel Sud della Catalogna. Gli Adell, proprietari della più importante azienda della zona, vengono ritrovati morti nella loro tenuta. Sono stati sottoposti a cruente torture. Ad occuparsi del caso è Melchor Marín, poliziotto che ha alle spalle un coraggioso atto di eroismo a seguito del quale si è visto costretto a lasciare Barcellona.
Melchor è riuscito, in quei luoghi, a rifarsi una vita grazie all'amore della moglie Olga e della figlia Cosette. L'indagine lo costringerà a mettere in gioco ciò che ha di più caro, ritrovandosi schiacciato tra l'incudine della legge e il poderoso martello della vendetta.
Questo libro rappresenta, indubbiamente, un evidente e smaccato omaggio al romanzo poliziesco a vocazione popolare. Peccato che l'autore esca ridimensionato da questo improvviso "flirt letterario", lasciandosi un po' troppo trasportare dalle convenzioni del genere. A tratti, Terra alta non sembra neanche un'opera di Cercas, ma un noir di mera routine, di quelli scritti con la "mano sinistra". La domanda, a questo punto, sorge spontanea: perché uno scrittore di talento decide, improvvisamente, di intraprendere un nuovo percorso, tuffandosi in un genere che non gli appartiene? Forse per ampliare il numero dei lettori? O per altre ragioni a noi oscure?
Fatto sta che il romanzo non convince un granché. Alterna capitoli dedicati al caso ad altri incentrati sul passato del protagonista, cercando di combinare i due piani narrativi, ma senza ottenere un risultato degno di nota.
Speriamo che Cercas ritrovi un poco di ispirazione e riprenda a scrivere quei libri di "docu-fiction" con cui si è fatto conoscere a livello internazionale. Con Terra alta, probabilmente, avrà ottenuto una cassa di risonanza più ampia del solito... ma il risultato, purtroppo, non è stato fedele alle attese.
Consigliato a: coloro che amano i noir dalle atmosfere cupe e polverose, la cui soluzione va cercata in eventi di un lontano passato, ed a chiunque apprezzi i poliziotti tutti di un pezzo e sempre disposti a mettersi in gioco per la verità.
Voto: 5/10
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