Con Luce d'estate: ed è subito notte ho (finalmente!) scoperto Jón Kalmar Stefánsson, uno scrittore che qualche anno fa era stato inserito nel novero dei papabili per il Premio Nobel per la letteratura. Questo romanzo è un gioiello, ricco di poesia, grazie a cui l'autore riesce a far immergere il lettore in una piccola realtà del Nord Europa, dove - come dice lo stesso Stefánsson - “a volte nei posti più piccoli la vita diventa più grande”.
La trama, in realtà, è piuttosto esile. Viene raccontata la vita di un paesino di quattrocento anime della campagna islandese, racchiuso tra la luce magnetica dell'estate e le fredde notti invernali (capaci, però, di accendere la magia delle stelle); una sorta di microcosmo attraverso cui vengono descritte storie di vita quotidiana, che assumono ben presto un valore universale.
Le vicende narrate sono varie: un direttore d'azienda che si appassiona improvvisamente al latino e alle stelle; una jogger che tradisce il marito con il contadino della porta accanto; una cooperativa in cui accadono strani eventi, come se il luogo fosse infestato dai fantasmi. L'autore, però, non scorda mai la dimensione "corale" dell'opera, pur dedicandosi di volta in volta alla particolare traiettoria di uno degli abitanti del paese.
Stefánsson non è mai avaro di dettagli divertenti sulla psicologia dei personaggi ed evoca temi importanti come l'infinito o la morte senza prendersi troppo sul serio.
Grazie ad una scrittura asciutta e dal respiro universale, piuttosto sobria nell'evocare gli stati d'animo, riesce a toccare le corde dell'anima del lettore con rara maestria, utilizzando talvolta toni da poesia ermetica.
Pagina dopo pagina, assistiamo ad una profonda riflessione sul significato della vita e sulle dinamiche che segnano l’umana esistenza; perfino il tempo appare dilatato in questo avamposto remoto in cui l'alternanza tra buio e luce arriva a condizionare l’umore dei suoi abitanti.
Con il susseguirsi delle varie storie, dal ritmo lento ma ammaliante, l'autore riesce a cogliere l'intensità di ogni attimo attraverso una prosa poetica che suscita una struggente nostalgia anche per chi in Islanda non c'è ancora stato.
Consigliato a: coloro che vogliono fare la conoscenza di uno dei più talentuosi autori nordici contemporanei, capace di fondere minimalismo e realismo e di utilizzare una piccola realtà per raccontare vicende dal significato assolutamente universale.
Voto: 8/10
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