Nonostante
si tratti di un romanzo estremamente difficile da raccontare a chi non l’ha
letto, Il teatro di Sabbath rappresenta
una delle migliori prove letterarie di Philip Roth: un’opera potente, spiazzante
e travolgente, capace come poche altre di riassumere la visione del mondo dell’autore
recentemente scomparso.
Eros
e thanatos – ovvero le due colonne portanti della produzione dell’autore – si miscelano,
si attraggono e si respingono nel corso della narrazione, fino a regalarci un
libro di una forza inaudita e spregiudicata.
Il
protagonista Morris Sabbath, detto Mickey, è un anziano burattinaio con le mani
distrutte dall'artrite che vive nel villaggio immaginario di Madamaska Falls. È,
prima di ogni altra cosa, un essere immorale, adulatore e provocatore.
La
morte dell’amante Drenka - l'unica donna che sia riuscita a saziare i suoi smodati
ed originali appetiti sessuali - lo fa piombare nella disperazione più nera. Inizia
così il suo racconto, in precario equilibrio tra un passato rivestito di ombre impenetrabili
ed un presente estremamente visionario.
Gli
eventi pregressi scorrono davanti agli occhi dell’incredulo lettore alla
stregua di un'onirica e surreale rappresentazione teatrale. Mickey, infatti, è
stato un burattinaio provocatore nella New York degli anni cinquanta; un mozzo in
cerca di amore mercenario in Sud America; lo sposo di Nikki, una giovane e
talentuosa attrice svanita improvvisamente nel nulla (per colpa di Sabbath?);
il marito di Roseanne, un’insegnante alcolizzata; il fratello di Morty, caduto nel
Pacifico durante il secondo conflitto mondiale.
Romanzo
urticante e disturbante, che tratta il tema dell'infelicità propria del vivere,
Il teatro di Sabbath si sviluppa
attraverso due distinti piani narrativi. Se nel primo seguiamo in presa diretta
gli accadimenti successivi al decesso di Drenka; nel secondo, retrospettivamente,
assistiamo alla ricostruzione delle memorie - non sempre attendibili – dell’esagerato Mickey.
Questo
romanzo presenta una capacità di introspezione più unica che rara, che stupisce
sin dalle prime battute. Dopo aver voltato l’ultima pagina, ci rendiamo conto di
aver affrontato un libro che racconta l’odissea – talvolta comica ma spesso dolorosa
– di un personaggio che viene a trovarsi in una situazione di sfacelo emotivo, in
cui l’odio, le perversioni e la disobbedienza diventano quasi dei passaggi
obbligati nel declino psico-fisico che conduce alla morte.
Consigliato a:
coloro che vogliono gustarsi l’ennesimo libro memorabile di un autore unico,
capace come pochi altri di sondare le profondità dell’animo umano, ed a
chiunque sappia apprezzare le storie che mostrano un’eccellente attenzione per la psicologia
dei personaggi.
Voto:
8/10
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