In un periodo in cui la letteratura noir di casa nostra sembra ormai procedere col “pilota automatico”,
allineandosi ai soliti triti e ritriti cliché narrativi, è stata davvero una
bella sorpresa scoprire quest’opera di Andrea Cotti: un autore che, in passato,
ha alternato l’attività di poeta e romanziere a quella di sceneggiatore di fiction
tv di successo (L’ispettore Coliandro
e Squadra antimafia, per fare qualche
esempio).
Utilizzando
gli stilemi del noir classico, lo scrittore di San Giovanni in Persiceto è
riuscito a raccontare al lettore le problematiche di un mondo nascosto e semisconosciuto,
come è per l'appunto quello della comunità cinese in
Italia.
Luca
Wu, il protagonista, è un vicequestore italiano di origini cinesi, che dirige
il commissariato di Tor Pignattara, a Roma Est: un quartiere molto particolare,
caratterizzato da profondi intrecci multiculturali.
Quando
due rapinatori, nel corso di una rapina, uccidono un commerciante cinese con la
figlioletta, la situazione rischia di precipitare. Toccherà proprio a Luca – che
sta cercando di fare i conti con la sua stessa identità, perennemente spaccata
in due - cercare di rimettere le cose a posto: solo lui è in grado di scoprire
che cosa si celi dietro il delitto, diventando un trait d’union tra due mondi
che – seppur coesistenti e compenetrati – faticano a comprendersi l’uno con l’altro.
La
trama è ben congegnata, scorrevole e può contare su personaggi ben costruiti. È
davvero interessante il punto di partenza: l’idea di un poliziotto italiano di
origine orientale che indaga sulla mafia cinese della capitale e che, visti gli
sviluppi socio-demografici del nostro paese, potrebbe diventare una sorta di
archetipo dell’Italia di domani (chissà quanti poliziotti di origine
extracomunitaria avremo negli anni a venire?)
Raccontato
in prima persona dalla voce del protagonista – che parla sempre al tempo
presente – tiene desta l’attenzione attraverso due diversi meccanismi di
suspense: quello, ovviamente, relativo all’indagine ma anche quello che
riguarda l’identità del vicequestore, che a tratti arriva a sentirsi una sorta
di “banana” (gialla fuori e bianca dentro).
Si
tratta di un romanzo che riesce a superare gli angusti confini del genere, raccontando
un mondo che, seppur monitorato dalle Forze dell’ordine, rimane spesso estraneo
alla conoscenza della maggioranza delle persone. Un libro che mi sento di
consigliare a coloro che non cercano solo un giallo in senso lato, ma un testo che racconti
problematiche dell’Italia di oggi con una scrittura fluida ed una narrazione
che, nonostante le oltre 500 pagine del libro, risulta
estremamente avvincente e priva di cadute di ritmo.
Consigliato a:
coloro che vogliono leggere un libro intenso ed avvincente, in cui i risvolti
umani si armonizzano perfettamente col fluire della narrazione, ed a chiunque
cerchi un noir diverso dal solito.
Voto:
8/10
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