martedì 21 aprile 2020

I cerchi nell'acqua, Alessandro Robecchi



Scordatevi Carlo Monterossi... almeno per questa volta. O, meglio, accontentatevi di vedere il brillante ideatore di trasmissioni televisive in una posizione piuttosto defilata, intento ad ascoltare la lunga confessione del sovrintendente Tarcisio Ghezzi che fa da spina dorsale all'intero romanzo.
Sembra strano ma, pur lasciando un po' in disparte il protagonista dei precedenti romanzi, Robecchi riesce a tirare fuori dal cilindro, come uno scafato prestigiatore, quello che probabilmente è il miglior libro della sua carriera in ambito noir.  

Questa volta sono Ghezzi e Carella ad essere al centro della scena: due sbirri che i lettori di Robecchi conoscono alla perfezione e che sono alle prese con due casi che non rientrano nei normali parametri di un commissariato che si rispetti.
Ghezzi è alla ricerca di un certo Salina, un esperto scassinatore che aveva già arrestato tanti anni prima, e che è sparito dalla circolazione dopo aver lasciato un allarmante messaggio alla sua compagna. Carella, pur risultando ufficialmente in ferie, sta cercando di infiltrarsi negli ambienti della criminalità cittadina, puntando forte in bische clandestine e girando in lungo e in largo su una Maserati fiammante. 
Due storie parallele che poco sembrano avere in comune. Due poliziotti estremamente diversi: l'impulsivo Carella e il più tranquillo e serafico Ghezzi. Due vicende nere che, inevitabilmente, finiranno per ricongiungersi fino all'inaspettato e sorprendente finale.

La Milano della mala di Scerbanenco, livida e cupa, losca ed abbandonata, è il teatro ideale in cui si svolge questa vicenda avvincente ed intricata, in puro stile hard-boiled. La Milano dei tempi nuovi, metropoli in precario equilibrio tra un passato "da bere" ed un presente tutto da inventare, si trasforma in una sorta di zoo cupo e feroce in cui ha luogo l'atavico scontro tra belve fameliche e prede inermi.
Robecchi possiede un'invidiabile senso del ritmo, uno stile diretto ed elegante e delle capacità narrative per nulla comuni. Anche stavolta ci regala un poliziesco intenso e brillante, pieno di azione, di personaggi che vivono al margine, di struggente malinconia.
La trama, originale e serratissima, è impreziosita dalle giuste dosi di ironia; nonostante racconti un ambiente terribile ed ostile come quello della malavita, riesce a mantenere il giusto distacco e a far confluire il riconosciuto sense of humour robecchiano all'interno di eventi drammatici e pieni di pathos.
L'approfondimento dei personaggi è notevole; il realismo della narrazione è davvero convincente e ci fa riflettere a fondo sul  fenomeno che, argutamente, dà il titolo all'opera: è vero che i sassi gettati nell'acqua producono cerchi, così come le nostre azioni si allargano ed amplificano fino a toccare/ contaminare/ stravolgere le vite degli altri.


Consigliato a: coloro che amano il noir italiano ai massimi livelli, ideato da uno degli ultimi veri seguaci del grande Giorgio Scerbanenco, ed a chiunque apprezzi le vicende nere intrise di humour e profonda malinconia.


Voto: 8/10

Gio    





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