martedì 12 giugno 2018

Turbine, Juli Zeh



Un’autentica sorpresa, questo romanzo, capace come pochi altri di raccontare la realtà contemporanea e le sue problematiche. In poco più di seicento pagine, l’autrice tedesca riesce nel difficile intento di descrivere il rancore e l’avvilimento di un mondo che fatica a riconoscere se stesso di fronte al vento implacabile del cambiamento. E lo fa attraverso una storia originale e coinvolgente, la cui impalcatura è costituita da rapporti umani complessi, difficili, dietro cui si annidano segreti egoismi e rabbie inespresse.   

Siamo ad Unterleuten (che tradotto significa “Tra la gente”), un villaggio della ex DDR poco distante da Berlino, che parrebbe un piccolo paradiso in mezzo alla campagna. Senonché, un bel giorno (si fa per dire), una ditta di impiantistica - la Vento Direct - ottiene il permesso di installare una decina di turbine eoliche nei pressi del paese. Ha così inizio un conflitto che coinvolge praticamente tutti gli abitanti della zona: uno scontro tra giovani ed anziani, tra città e campagna, tra vetero-comunisti e neo-capitalisti, che si trasformerà ben presto in una “guerra di tutti contro tutti”.

La trama di questo romanzo atipico, dalla struttura complessa, è basata essenzialmente sul rapporto che si viene ad instaurare tra i vari abitanti del paese. Assistiamo così al lento ma inarrestabile proliferare di lotte intestine, con personaggi profondamente caratterizzati e ricchi di sfaccettature. All'interno di questa comunità, è interessante seguire le dinamiche che si vengono a creare tra i vari protagonisti: siano essi nuovi o vecchi vicini di casa, amici fraterni o antichi antagonisti.
L’interazione dei personaggi è molto interessante, con il formarsi ed il disgregarsi di alleanze e contrapposizioni fra i vari “partiti”: un reciproco rapportarsi da cui scaturisce un pessimismo di fondo, considerato che molto spesso anche i principi più solidi vengono sotterrati sotto meschinità e compromessi. Ed alla fine ci renderemo conto che, in questo scorcio di Germania post-unificazione, non esiste una differenza tra buoni e cattivi, ma soltanto tra esseri umani impegnati a difendere i loro ideali, i loro punti di vista o - più materialmente - i loro personalissimi interessi.
Con uno stile fluido, che rende la lettura scorrevole, Juli Zeh riesce a regalare al pubblico del Ventunesimo secolo un’opera in cui la denuncia sociologica e quella politica vanno di pari passo. Costruisce così un racconto che può essere visto come un trattato sui rapporti umani, avvincente come un giallo e toccante come una tragedia, e che lascia al lettore una sensazione di amaro disorientamento.


Consigliato a: coloro che desiderano affrontare un romanzo importante, dal solido impianto narrativo, in cui i rapporti umani costituiscono la trave portante della storia ed in cui c’è spazio per un’attenta analisi sociologica e politica.


Voto: 8/10



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