venerdì 25 maggio 2018

Dall'URSS al PostComunismo: il giallo noir dell'Europa Orientale



La scrittrice Svetlana Aleksievic, Premio Nobel per la Letteratura, nel suo libro Tempo di seconda mano ha descritto la Russia postcomunista come un fiume di voci che è riemerso – alla stregua di un fenomeno carsico – dalle macerie, materiali e spirituali, della storia russa recente. Come darle torto?
Ai tempi dell’URSS, in effetti, le cose non erano per niente facili per gli scrittori: le maglie della censura erano strette, onnipresenti ed implacabili. Il Comitato di Stato per l’Editoria (il Goskomizdat) aveva l’assoluto controllo dell’operato delle case editrici, del commercio librario e degli impianti di stampa. Pertanto, negli anni del potere sovietico l’elenco delle pubblicazioni interdette era vastissimo e veniva conservato negli antri segreti del KGB. In questa lista di proscrizione figuravano libri di contenuto antisovietico (ossia a carattere politico), religioso, ma anche opere letterarie che non venivano considerate in linea con l’ideologia dominante; i noir americani – proibitissimi – venivano smerciati al mercato nero a prezzi esorbitanti.
Il crollo del moloch sovietico ha portato alla fine della censura ed alla liberazione dalle pastoie burocratiche: di conseguenza anche la letteratura di genere ha avuto modo di sciogliere i legacci in cui era stata per lungo tempo avvinta e di farsi conoscere nel resto del mondo (in Occidente, in particolare).

La Russia post-sovietica vanta una ricca produzione di gialli, thriller ed affini. Alcuni autori hanno optato per un’ambientazione nella Russia zarista (come nel caso di B. Akunin); altri hanno invece scelto come palcoscenico la Mosca di oggi (Alexandra Marinina). Esiste comunque un elemento comune tra questi romanzi, inconciliabili solo in apparenza: il voler raccontare aspetti importanti della storia e della società, descrivendo nel contempo i modi e gli stili di vita di un popolo.
In questo articolo cercheremo di presentare quelli che sono considerati gli autori di punta dei paesi dell’ex blocco comunista: non ci limiteremo quindi agli autori russi, ma comprenderemo all'interno della nostra analisi anche quelli nati in Ucraina e Georgia. Purtroppo, sono ancora pochi gli autori dell’est europeo che hanno acquisito visibilità dalle nostre parti. Nonostante tutto, trattandosi di un movimento ancora piuttosto giovane, esiste una concreta possibilità che questa scuola emergente riesca prima o poi ad ottenere lo spazio che merita… sugli scaffali delle librerie occidentali.    


Isaac Asimov (1920-1992): Nonostante sia considerato tra i più grandi autori di sempre nell'ambito della fantascienza, Asimov vanta un eccellente curriculum di giallista: nella sua lunga carriera ha infatti scritto numerosi mistery della tipologia "giallo deduttivo". Come prevedibile, alcune di queste opere si svolgono su uno sfondo fantascientifico: a titolo di esempio vanno sicuramente citati i cosiddetti Romanzi degli Spaziali ed il racconto Immagine speculare, ascrivibile al Ciclo dei Robot, con protagonisti un investigatore umano ed il suo assistente, un robot umanoide.
Lo scrittore di origine russa, però, ha scritto anche storie poliziesche che esulano dal genere in cui è stato maestro conclamato e rientrano indiscutibilmente negli schemi del “giallo classico”. Di assoluto rilievo è la serie dei celebri Vedovi Neri: un club immaginario composto da sei membri, che si riuniscono periodicamente a cena con un ospite d’onore e vengono serviti dall'incomparabile cameriere Henry Jackson (membro onorario del convivio). Nel corso della cena, l’ospite propone un mistero che i membri del club proveranno a risolvere: solo Henry, però, sarà in grado di giungere alla soluzione dell’enigma.

Alexandra Marinina (1957): Prima di dedicarsi alla scrittura, è stata tenente colonnello nella militia, la polizia sovietica. Le sue opere sono state tradotte in più di venti lingue ed hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Protagonista delle sue storie è Anastasija Kamenskaja, ufficiale della polizia di Mosca, le cui indagini spesso si rivolgono ai torbidi intrecci tra criminalità e politica.
I romanzi della Marinina si distinguono dalla maggioranza dei polizieschi russi per la loro accurata indagine psicologica. Differenziandosi dagli altri autori russi contemporanei, che spesso sviluppano plot basati su sesso e violenza, l’autrice propone intrecci solidi che offrono una descrizione realistica della società russa dei nostri giorni. All'interno delle trame dei suoi libri viene dato ampio spazio alla descrizione dei metodi di lavoro degli investigatori, ai loro rapporti personali ed alle loro difficoltà individuali.
La TV russa ha prodotto una serie di film ispirati ai primi otto romanzi della serie, tra i quali vanno sicuramente menzionati Il padrone della città e Morte in cambio.


Boris Akunin (1956): Lo pseudonimo dello scrittore georgiano Grigorij Šalvovič Čhartišvili significa, in lingua giapponese, "uomo malvagio", ma ricorda anche Michail Aleksandrovič Bakunin: il celebre rivoluzionario e filosofo russo, considerato uno dei fondatori dell’Anarchismo moderno.
Akunin è il creatore del personaggio di Erast Petrovič Fandorin, un eccentrico Sherlock Holmes che indaga e agisce a Mosca tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento. Si tratta di un investigatore, attraente e carismatico, che unisce alle virtù dell’uomo d’azione alla Ian Fleming (per voluttà amatoria, il protagonista è paragonabile a James Bond) quelle della riflessione logica alla Conan Doyle, mostrando un’acutezza nelle osservazioni di costume degna di Agatha Christie. Nonostante il tema centrale dei romanzi sia sempre il delitto, sarebbe un errore relegare Akunin nell’angusta categoria dei giallisti purosangue: lo scrittore dimostra un notevole eclettismo ed è capace di cambiare costantemente registro, forma e stile narrativo.
Oltre a Fandorin, l’autore è anche il padre di Pelagija, un’originale suora investigatrice.

Natan Dubovickij (?): Si è fatto un gran parlare di questo scrittore misterioso; nonostante ciò – come sta avvenendo con la nostra Elena Ferrante – la vera identità dell’autore che si cela dietro lo pseudonimo resta indecifrabile (secondo il giornale russo Vedomosti si tratterebbe addirittura di Vladislav Surkov, capo delle strategie politiche del Cremlino). Al di là di queste considerazioni preliminari, l’autore è stato lodato per stile, capacità narrativa oltreché per la sua visionarietà fuori dal comune.
Con Vicinoallozero, lanciato in patria dalla rivista Russkij Pioner ed edito in Italia da Feltrinelli, ha ottenuto ottimi riscontri di pubblico e di critica sia in Russia che nel mondo. Incentrato sulle vicende di Egor – un editore di mezza età, membro di un gruppo segreto di pirati del copyright – il romanzo non può essere assimilato ad un comune mistery. La trama gialla rappresenta, in realtà, un escamotage per raccontare la Russia postcomunista: una società che sta implodendo e trascinando tutto e tutti in un grande vuoto pneumatico.


Andrei Kurkov (1961): Di origine ucraina, ha ottenuto una buona eco internazionale grazie a Picnic sul ghiaccio (in Italia edito da Keller): un giallo divertente e appassionante che, riallacciandosi alla tradizione grottesca di Gogol e Bulgakov, traccia un ritratto satirico della vita nella Russia postcomunista.
Il protagonista del libro è Viktor, uno scrittore quarantenne – squattrinato e in piena crisi – che vive in compagnia di un pinguino. Un bel giorno a Viktor viene proposto di scrivere quelli che in gergo si chiamano "coccodrilli": i necrologi anticipati dei vip. Il nostro protagonista si rivelerà un maestro del genere, nonostante i suoi “coccodrilli” continuino a rimanere inediti. Ma, ad un certo punto, si accorgerà che i personaggi dei suoi articoli stanno morendo, uno dopo l’altro, in circostanze inspiegabili; si troverà così al centro di un intrigo che coinvolge mafia, servizi segreti e disinformazione.

Aleksej Nikitin (1967): Laureato in fisica, ha esordito nella narrativa nel 1990 ed ha scritto numerosi romanzi, novelle e racconti. Nel 2000 ha ricevuto il prestigioso premio Korolenko.
L’opera che l’ha fatto conoscere oltre confine è Istemi, edito in Italia da Voland. La trama è incentrata su un gioco di ruolo, ideato da cinque studenti della facoltà di Radiofisica di Kiev, che finisce con l’attirare l’attenzione del KGB: l’innocuo divertimento si trasformerà, a causa di un equivoco, in un evento che segnerà per sempre le loro vite. A distanza di vent’anni, una mail contenente un inquietante ultimatum segnerà la ripresa del gioco dal punto in cui era stato interrotto: sul protagonista Davydov si allungherà l’ombra del suo alter ego, il condottiero Istemi, che ne sconvolgerà ancora una volta l’esistenza.
Nonostante le tematiche, il libro di Nikitin non è un fantasy: il suo essere perfettamente radicato nella realtà lo fa annoverare nella categoria dei gialli fantapolitici.

Come abbiamo visto, se si eccettua il caso emblematico di Isaac Asimov (che, pur essendo di origine russa, trascorse l’intera esistenza negli Stati Uniti), gli autori della narrativa gialla sono emersi esclusivamente dopo il crollo del regime sovietico.
La fine dell’URSS, oltre a permettere l’approdo in libreria delle opere di scrittori dissidenti e degli stranieri (fino ad allora proibiti) ha dato la possibilità ad un’intera generazione di autori di cimentarsi in una tipologia narrativa che – solo pochi anni prima – era ritenuta poco consona ai dettami comunisti: questo perché, in uno stato totalitario, il crimine non deve esistere e non ci possono essere assassini o serial killer a piede libero (il romanzo Bambino 44 di Tom Rob Smith racconta proprio di questa condizione).
Non siamo in grado di dire quale evoluzione potrà avere il giallo/noir di Russia e dintorni, ma gli esempi di Akunin, Marinina e Kurkov dimostrano che il terreno è fertile: l’albero della letteratura cresciuto sulle ceneri del comunismo è in grado di dare ottimi frutti. 
Probabilmente negli anni a venire faremo la conoscenza di nuovi autori provenienti da paesi che, un tempo, stavano segregati dietro la cortina di ferro.



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