martedì 17 aprile 2018

Il Conte di Montecristo, Alexandre Dumas


Ma chi sono io per recensire Il Conte di Montecristo? Non sono altro che un umile lettore, che è rimasto letteralmente catturato da questa prosa avvincente, trascinante, capace di resistere al trascorrere inesorabile degli anni… mantenendo inalterata la propria freschezza e forza espressiva.
Molto spesso si guarda ai “Classici” con diffidenza: li consideriamo quasi alla stregua di roba vecchia, pronta per il mercatino dell’usato. Nel caso in cui qualcuno la pensasse in questa maniera… ebbene, recuperi immediatamente dagli scaffali della libreria (o in biblioteca o dove diavolo vuole) quest’opera di Dumas padre: si maledirà in eterno per averne rimandato la lettura per così tanto tempo.
Il Conte di Montecristo non è un libro di avventura; è il libro d’avventura per eccellenza: un romanzo capace di prendere per mano il lettore e di trascinarlo con sé per un migliaio di pagine senza mai mollare la presa. 

La storia la conosciamo un po’ tutti (anche alla luce delle numerose riduzioni per il piccolo o grande schermo). Edmond Dantès è un giovane marinaio che viene imprigionato il giorno delle nozze a seguito di un complotto ordito da tre nemici - il contabile Danglars, il rivale in amore Fernando e il Magistrato Villefort – che l’hanno ingiustamente accusato di fedeltà al decaduto imperatore Napoleone. Dopo essere stato rinchiuso per 14 anni nel castello di If, riuscirà ad evadere; grazie al tesoro dell’abate Farìa – conosciuto in carcere – riuscirà a mettere in atto la sua terribile vendetta.

Alexandre Dumas ha una capacità di narrare raramente riscontrabile negli scrittori della nostra epoca. Nonostante i numerosi personaggi, la storia che si prolunga nel corso degli anni e l’intreccio complesso – caratteristiche comuni a parecchia letteratura ottocentesca – l’autore tiene tutto sotto controllo, senza la minima sbavatura.
Costruisce così un meraviglioso romanzo d’avventura che rappresenta, allo stesso tempo, un riuscitissimo apologo sulla giustizia, la vendetta ed il perdono.
Il libro tiene il lettore letteralmente incollato alle pagine, grazie ai continui colpi di scena e alla scelta perfetta degli snodi narrativi: roba da far tremare d’invidia i vari Ken Follett e Dan Brown. 
Una nota di plauso, infine, per la traduzione curata da Riccardo Reim: anche la Newton - quando vuole - riesce a presentare prodotti di livello assoluto. 


Consigliato a: chiunque… perché si tratta di un capolavoro senza tempo che ciascuno dovrebbe leggere!


Voto: 9/10


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