martedì 24 aprile 2018

Belgio & Olanda, tra un passato importante e un presente che non decolla



La produzione letteraria di Belgio e Olanda, storicamente, è sempre stata sottorappresentata nel nostro paese. Nonostante la posizione geografica favorevole, che individua un importante crocevia tra gli influssi del nord Europa e quelli continentali, il noir del Benelux non ha avuto la stessa fortuna di quello dei paesi Scandinavi, che continuano a sfornare autori come fossero baguette.
Negli ultimi decenni – se si eccettua il fortunato caso di Pieter Aspe – il giallo/noir belga-olandese sembra essere sparito dai radar della letteratura “che conta”. Gli autori recentemente venuti alla ribalta, di cui parleremo in seguito, non hanno avuto troppa attenzione da parte di un pubblico ormai diviso tra la seriosità del thriller nordico e l’indole scanzonata del giallo mediterraneo: hanno scritto opere che, almeno in Italia, hanno fatto una rapida comparsata negli scaffali delle librerie per finire in breve tempo nel dimenticatoio. Paradossalmente, i Paesi Bassi più intriganti sono stati descritti dal giallista svedese Håkan Nesser, che li ha ambientati nella città immaginaria di Maardam.
Nonostante questo periodo di crisi – che pare non aver fine – Belgio ed Olanda hanno un passato importante nella storia del poliziesco: basterebbe nominare Georges Simenon e Robert Van Gulik per mettere tutti d’accordo.
In questo articolo parleremo essenzialmente degli autori più importanti: quattro “pezzi da novanta” che hanno fatto conoscere al mondo intero le potenzialità del giallo belga ed olandese. Faremo però qualche rapido accenno anche agli emergenti: autori che al momento non hanno riscosso grossa fortuna dalle nostre parti ma che, al di là delle critiche, ci fanno capire che nei Paesi Bassi e dintorni il genere non è morto… anzi: trasmette una sensazione di vitalità che non va trascurata. Magari bisognerà aspettare un po’ di tempo, occorrerà un personaggio forte e trainante – come lo sono stati Stieg Larsson per la Svezia e Jo Nesbø per la Norvegia – ma i cromosomi del mistery sono vivi e vegeti anche da quelle parti e prima o poi il riflettore del successo tornerà ad illuminare anche gli stati che si affacciano sul Mare del Nord.                

Belgio

Georges Simenon (1903-1989): Si tratta di uno dei più prolifici scrittori del ventesimo secolo: si dice che fosse in grado di produrre fino a ottanta pagine al giorno. A lui si devono centinaia di romanzi e racconti, ma la sua notorietà è tale soprattutto grazie al personaggio di Jules Maigret, commissario di polizia francese, che rappresenta una delle icone del genere (il primo della serie è Pietr il lettone, edito in Italia da Adelphi). Simenon, in realtà, aveva iniziato a scrivere i libri imperniati sulla figura di Maigret con l’idea che gli stessi avrebbero rappresentato una fase intermedia tra i suoi iniziali romanzi popolari ed i romanzi impegnati, quelli che egli definiva i romanzi duri. E così, dopo appena tre anni dal lancio della serie, l’autore decise di mandare in pensione il suo commissario, per la costernazione dei lettori ed il dispiacere del proprio editore.
Maigret, col tempo, è diventato uno dei più celebri investigatori di sempre. Con la sua aura di poliziotto flemmatico ed intuitivo, si distingue per il personalissimo metodo d’indagine: riesce ad immergersi letteralmente nell'atmosfera dei luoghi in cui sono avvenuti i delitti, lasciandosi guidare dall'intuizione, cercando di comprendere fino in fondo la personalità degli individui coinvolti nel caso.

Pieter Aspe (1953): Nome d’arte di Pieter Aspeslag, ha esordito come scrittore nel 1995 con Il quadrato della vendetta. Nel 2001 ha vinto il premio Hercule Poirot come miglior scrittore fiammingo di gialli.
I suoi romanzi sono basati sulla figura del commissario Pieter Van In: un poliziotto malinconico ed irascibile, con un carattere difficile, un caustico senso dell’umorismo e nessun rispetto delle gerarchie. Amante della birra e delle belle donne, il nostro investigatore dimostra un innato talento nella risoluzione dei casi più intricati.
Soprannominato il Simenon fiammingo, Aspe si differenzia dall'illustre predecessore per la tipologia dei temi trattati. Profondamente attaccato all'attualità, all'interno delle sue trame predilige situazioni legate all'analisi sociale, concentrandosi su argomenti quali i delitti di mafia, la corruzione dilagante e la pedofilia.
Ambientati nella tranquilla città di Bruges, i suoi libri sono intrisi di una robusta critica alla conflittualità fiamminga-vallone: un elemento ricorrente nella società belga dei nostri giorni.


Oltre ai due autori citati… non c’è molto altro. Recentemente si è parlato della giovane Lize Spit, considerata la promessa della letteratura fiamminga: con il romanzo Si scioglie (Edizioni e/o) ha sforato il tetto delle 100.000 copie ed ha avuto il plauso della critica internazionale. Sarà lei la fonte di innesco per la rinascita di un movimento che, da troppo tempo, se ne sta rinchiuso in sordina? 

Olanda

Robert Van Gulik (1910-1967): Diplomatico e studioso di culture orientali, è famoso per i suoi originali romanzi polizieschi, che sono stati lodati da celeberrime colleghe come Agatha Christie. Le sue storie sono ambientate nella Cina del periodo della dinastia Tang (VII secolo) ed hanno per protagonista l’onorevole Magistrato Dee: un personaggio ispirato ad una figura realmente esistita, quella del funzionario Ti Jendjieh.
Dee rappresenta una sorta di Sherlock Holmes cinese, con occhio e cervello talmente acuti che gli permettono di risolvere i casi più complessi contando su pochissimi indizi.
Molte delle avventure descritte dall'autore olandese trovano ispirazione in fatti realmente accaduti, raccontati nel tempo anche da altri autori. Van Gulik li ha rielaborati, utilizzando i fatti principali e modificando spesso l’ambientazione al fine di adattarli a quanto richiesto dalla narrativa poliziesca.
La serie, pubblicata in Italia a cura di O Barra O Edizioni, è apprezzabile per l’accuratezza nella descrizione della cultura e dell’ambiente cinesi. Tra i romanzi va menzionato: I delitti della campana cinese.

Janwillem Van de Wetering (1931-2008): Ha iniziato a scrivere all'età di 40 anni, dopo essere stato uomo d’affari giramondo, commissario speciale ad Amsterdam ed aver soggiornato a lungo in un monastero giapponese. I protagonisti dei suoi romanzi sono due detective della polizia di Amsterdam: De Gier e Grijpstra.
Grijpstra, il partner più anziano della squadra, è un imbolsito padre di famiglia; De Gier, giovane e aitante, è uno scapolo impenitente. Ognuno dei due detective, in realtà, è geloso della vita del collega: uno vorrebbe avere una moglie, mentre l’altro tornerebbe volentieri single. I due poliziotti hanno un metodo d’indagine molto particolare e spesso si dimostrano più inclini alla discussione filosofica che all'azione.
La coppia compare in una dozzina di romanzi polizieschi oltreché in numerosi racconti, che hanno avuto un’eco internazionale così vasta da essere pubblicati sui Mistery Magazine di Ellery Queen e di Alfred Hitchcock. In Italia, la serie è stata pubblicata anni fa da TEA ma è di difficile reperibilità (speriamo in una sollecita ristampa!). Tra le opere più note, ricordiamo Lo strano omicidio della casa galleggiante e Il caso del cadavere ritrovato sull'argine.


Dal punto di vista delle nuove leve, l’Olanda è messa decisamente meglio del Belgio: nell'ultimo decennio sono numerosi gli autori che sono giunti fino a noi.
Charles den Tex ha vinto per ben tre volte il premio Gouden Strop, il maggior riconoscimento olandese per i romanzi gialli, ed ha avuto visibilità con il libro Amsterdam. La rete uccide (pubblicato da Edizioni e/o).
Un altro nome da tenere a mente è quello di Gerbrand Bakker che, con La deviazione – edito da Einaudi –, ha ottenuto il consenso del pubblico e della critica ed è stato inserito nel novero dei più promettenti scrittori olandesi.
Saskia Noort ha fatto parlare di sé con il romanzo La febbre, un thriller dalle connotazioni erotiche che ha venduto parecchio in giro per il mondo (oltre 1.500.000 di copie, secondo Newton Compton).
Chiudiamo questa breve rassegna con Danielle Hermans, che si è cimentata nel thriller con risvolti storici alla Dan Brown con L’eredità Winckel (Piemme).
Scrittori promettenti esistono, indubbiamente, ma al momento non sono altro che luci minuscole in una notte senza luna. All'Olanda occorrerebbe invece un faro gigantesco, capace di illuminare tutto quanto il movimento.

Anche stavolta siamo giunti alla fine del nostro percorso.
La situazione del giallo in Belgio ed Olanda, come abbiamo visto, è tutt'altro che rosea: i giovani autori paiono quasi intimoriti – se non schiacciati – dalle ombre dei colossi del passato. D’altra parte, chi non diventerebbe piccolo piccolo confrontandosi col carisma di Georges Simenon?
Nonostante tutto, occorre essere ottimisti riguardo al futuro più o meno immediato. In fondo, si tratta di nazioni in cui si legge e si traduce moltissimo e dall'italiano – in particolare – si trova un po’ di tutto: dai classici ai best-seller di Paolo Giordano ed Elena Ferrante. Inoltre, se ci concentriamo sui Paesi Bassi, l’attenzione al fenomeno libro è notevole: annualmente vengono organizzati eventi per i lettori in giro per il paese e, per ogni acquisto in libreria, viene donata una novella scritta per l’occasione da un autore affermato.
Quindi… è ancora troppo presto per celebrare il funerale del giallo/noir del Benelux. Attendiamo speranzosi in un colpo di coda, affinché un movimento che ha scritto pagine importanti all'interno del genere riesca finalmente a risalire la china.


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