venerdì 2 marzo 2018

La decina vincente del poliziesco svedese



Il giallo svedese rappresenta oggi una delle realtà più sorprendenti all’interno del genere: una scuola in continua espansione che, nel corso degli ultimi anni, si è trasformata  in una vera e propria fucina di autori dal respiro internazionale.
Non è facile spiegare le ragioni di un simile successo. Stieg Larsson, con la sua Millenium Trilogy, è stato sicuramente la fonte d’innesco per l’intero movimento, ma l’esplosione a livello planetario non può essere basata sul successo di un unico autore: in un contesto diverso, probabilmente, un trionfo individuale sarebbe rimasto un fenomeno del tutto isolato.
Il compito di questo articolo è individuare i motivi della crescita esponenziale della letteratura gialla all’interno di un paese che, storicamente, si è sempre dimostrato più avvezzo ai drammi borghesi anziché alle indagini poliziesche.

La Svezia, nell’ultimo ventennio, è stata oggetto di una profonda trasformazione. Segnali evidenti di un malessere sociale  si erano già manifestati in periodi precedenti: l’omicidio del Primo Ministro Olof Palme, avvenuto nel 1986, aveva rappresentato un importante segnale d’allarme sul logoramento del rapporto tra l’individuo e le istituzioni.
La successiva crisi economica, che si è diffusa a macchia d’olio su scala globale, ha provocato uno stravolgimento delle regole anche in nazioni come quelle nordiche che parevano immuni dal contagio. La disoccupazione dilagante, la crescita del costo della vita e l’immigrazione selvaggia hanno profondamente alterato il tessuto connettivo svedese, affievolendo di fatto una serie di diritti che sembravano acquisiti.
Queste situazioni hanno avuto un impatto notevole anche sul versante della cultura: la letteratura di genere, che fino a quel momento era un fenomeno di nicchia, si è così trasformata in un potente strumento di analisi della società e dei suoi problemi.
È indiscutibile che il poliziesco Svedese sia soprattutto un Giallo sociale. Un esempio? Basti pensare alla componente di denuncia che accomuna gli autori più celebrati (da Mankell a Stieg Larsson, passando attraverso Roslund & Hellstrom): molto spesso, all’interno dei loro romanzi, viene stigmatizzata la diffusione di movimenti xenofobi, spesso di ispirazione neo-nazista.

I cambiamenti interni non sono però l’unica ragione del successo.
Un fattore da tenere a mente è la tendenza a differenziarsi dalle crime-story d’oltreoceano, che fino a non molto tempo prima rappresentavano il modello dominante. Il giallo/thriller svedese rifugge spesso da narrazioni a carattere sanguinolento, avvicinandosi ad un prototipo letterario più cerebrale e distaccato dalla fisicità roboante dei detective a stelle e strisce.
Va evidenziata, inoltre, la meticolosa attenzione nella costruzione dei plot. Le descrizioni realistiche delle realtà urbane e rurali, la cura quasi maniacale del dettaglio ed il montaggio serrato delle scene rendono i gialli svedesi adatti ad un’immediata trasposizione cinematografica che in alcuni casi diventa addirittura hollywoodiana (come, ad esempio, per i romanzi di Mankell e Larsson).
Last but not least, non va trascurata la serialità dei personaggi e delle situazioni. Il ritorno del tanto amato protagonista è atteso, romanzo dopo romanzo, con trepidazione dai lettori di tutto il mondo: col passare del tempo, poliziotti come Kurt Wallander, Martin Beck e Van Veeteren si sono trasformati in vere e proprie icone del genere, creando affezione in un pubblico desideroso di certezze e punti di riferimento.
Terminata questa analisi introduttiva, è giunto il momento di esaminare da vicino alcuni degli autori che hanno contribuito al successo del giallo svedese.       


1) Sjöwall & Wahlöö: La coppia – non solo nella scrittura ma anche nella vita – formata da Maj Sjöwall (1935) e Per Wahlöö (1926-1975) è universalmente considerata come il punto di partenza dell’intero movimento svedese. Con Roseanna, in cui compare per la prima volta il sovrintendente (e futuro commissario) Martin Beck, i due autori hanno di fatto aperto la strada ad un nuovo tipo di narrazione, che ha saputo adattare il modello statunitense – tra i loro ispiratori c’è sicuramente Ed McBain – alla realtà scandinava. I romanzi di Sjöwall & Wahlöö sono pubblicati in Italia da Sellerio.

2) Henning Mankell (1948-2015): I suoi libri, con protagonista il Commissario Wallander, vanno al di là del semplice racconto poliziesco. Il declino allo Stato di diritto  e le difficoltà in cui versa il sistema democratico sono elementi basilari all’interno della trama e rendono le opere di Mankell adatti ad una platea più vasta di quella rappresentata dai semplici amanti del giallo. Marsilio ha presentato l’intera produzione.

3) Hakan Nesser (1950): Con la serie imperniata sul Commissario Van Veeteren – iniziata nel 1993 con La rete a maglie larghe – Nesser è riuscito nella difficile impresa di creare una variante scandinava al modello Simenon. Il suo protagonista, solitario e riflessivo, è una sorta di Maigret nordico che, passo dopo passo, si è ritagliato un posto di rilievo nella letteratura gialla. I romanzi di Nesser sono proposti in Italia nelle edizioni Guanda.


4) Roslund & Hellström: Il duo Anders Roslund (1961) e Börge Hellström (1957–2017), giornalista il primo ed ex detenuto il secondo, hanno dato un fondamentale contributo al genere, innescando un importante dibattito sulle storture del sistema carcerario nazionale. Il loro lavoro migliore è Tre secondi, con protagonista il Commissario Evert Grens: un libro  che in patria ha fatto incetta dei premi più importanti. Cairo Editore e Einaudi hanno pubblicato l’intera serie.

5) Leif G. W. Persson (1945): Professore di criminologia nonché docente all’accademia di polizia di Stoccolma, ha riscosso un enorme successo con la trilogia conosciuta come La caduta dello Stato Sociale. I suoi romanzi, editi in Italia da Marsilio, hanno ricevuto i premi più importanti destinati al genere, dal prestigioso Glass Key al Premio dell’Accademia svedese.

6) Arne Dahl (1963): Scrittore e critico letterario, Arne Dahl (nom de plume di Jan Arnald) ha raggiunto la celebrità con  la serie incentrata sul Gruppo A, tradotta in ben 25 lingue, che ha come protagonista Paul Hjelm. Il primo episodio è La linea del male, uscito nel 1998. L’edizione italiana è a cura di Marsilio.

7) Liza Marklund (1962): Personaggio eclettico (è giornalista, moderatrice televisiva e fondatrice di una casa editrice, oltre che scrittrice) ha creato la serie poliziesca incentrata sulla cronista Annika Bengtzon, che ha riscosso un enorme successo internazionale. Con Cartoline di morte, scritto insieme a James Patterson, ha raggiunto il primo posto della classifica dei bestseller del New York Times. La casa editrice italiana è Marsilio.


8) Stieg Larsson (1954-2004): Successo postumo, il suo. Scomparso nel 2004 per un improvviso attacco cardiaco, dopo la sua morte sono stati pubblicati i tre romanzi della trilogia Millenium (con protagonisti Mikael Blomqvist e Lisbeth Salander). In queste opere, che hanno venduto 27 milioni di copie in oltre 40 paesi, Larsson è riuscito a fondere alla perfezione la tensione del thriller con la sua esperienza di profondo conoscitore dei movimenti di estrema destra e neo-nazisti. Anche in questo caso, i libri sono stati messi in commercio da Marsilio.

9) Camilla Lackberg (1974): I suoi romanzi, ambientati nella cittadina costiera di Fjällbacka (sua città di origine), hanno come protagonisti l’ispettore Patrik Hedstrom e la scrittrice Erica Falck. Grazie allo straordinario successo di pubblico, la Lackberg è ormai considerata una delle regine del thriller europeo nonché la più importante autrice svedese di gialli. I suoi romanzi sono editi da Marsilio.

10) Lars Kepler: Dietro questo pseudonimo si nascondono due scrittori: Alexander Ahndoril (1967) e Alexandra Coelho Ahndoril (1966). Come i predecessori Sjöwall & Wahlöö, costituiscono una coppia non solo in ambito letterario ma anche nella vita. Il grande successo è arrivato con L’ipnotista, best-seller dell’anno 2010, che ha scalzato dalla vetta delle classifiche svedesi la trilogia di Stieg Larsson. Longanesi ha pubblicato l’opera omnia.

A questo punto dobbiamo sottolineare l’eccezionale vitalità di un movimento che continua a proporre romanzi importanti senza mostrare il minimo segno di rilassamento. Nonostante la scomparsa dei capostipiti del genere (Stieg Larsson e Henning Mankell), gli autori che si sono recentemente affacciati sulla scena letteraria non hanno fatto di certo rimpiangere i loro predecessori. Il Giallo Svedese continua a dimostrare un’energia incredibile proponendo annualmente scrittori di qualità capaci di svettare nelle classifiche internazionali.
Emblematico è il caso italiano, dove l’editore Marsilio ha creato una collana letteraria ad hoc – Giallo Svezia – in cui sono stati raggruppati gli autori di punta.
La letteratura scandinava rappresenta ormai una solida certezza: in pochi anni, partendo dal nulla (o quasi), si è trasformata in una delle travi portanti del poliziesco a livello mondiale.
È impossibile prevedere cosa accadrà nel futuro più o meno immediato. Possiamo però sostenere che il thriller nordico, con i suoi introversi commissari e le sue location cupe ed intriganti, rappresenti tutt'altro che un fuoco di paglia. Si tratta di un fenomeno forte: non teme il rinnovamento, non mostra sintomi di rilassamento e ci accompagnerà ancora per un bel pezzo di strada.

Gio*

Gli articoli relativi agli altri paesi scandinavi si trovano nella pagina della rubrica, che trovate cliccando sul mio nome (appena sopra).

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