venerdì 30 marzo 2018

Blue Tango, Paolo Roversi


Uscito qualche anno fa per Stampa Alternativa, l’esordio noir di Paolo Roversi è stato recentemente ripubblicato da Marsilio. Coloro che hanno conosciuto l’autore solo attraverso le ultime opere – La confraternita delle ossa e Cartoline dalla fine del mondo – hanno così la possibilità di apprezzare una delle prime indagini di Enrico Radeschi: un tenace ed intuitivo giornalista freelance ed hacker, che scorrazza per Milano in sella al suo mitico “Giallone” (una vespa riverniciata in maniera piuttosto originale).

Ambientato in una metropoli autunnale, gelida e piovosa, Blue Tango vede Radeschi ed il vice questore Sebastiani impegnati su due fronti. Da un lato i due indagano su un serial killer di prostitute, che uccide le malcapitate nei loro appartamenti; dall'altro si ritrovano alle prese con un inspiegabile suicidio-omicidio, avvenuto lungo la linea della metropolitana. Grazie alle intuizioni di cronista di nera e alla straordinaria abilità di pirata informatico, Radeschi riuscirà però a risolvere entrambi gli enigmi. 

Si tratta di un romanzo accattivante e divertente, che si legge tutto d'un fiato. Pur essendo un libro di esordio (almeno per quanto riguarda il genere), Blue Tango riesce - al di là di qualche ingenuità stilistica - a far intravedere le potenzialità di un autore capace di coniugare una sottile vena umoristica con trame dal carattere cupo ed inquietante.
La scrittura è rapida, sciolta, diretta. La descrizione di luoghi ed ambienti è precisa ed accurata e permette al lettore di scoprire scorci di una Milano che, di fatto, ha il ruolo di coprotagonista della vicenda. 


Consigliato a: coloro che vogliono recuperare l’opera di esordio di uno dei migliori autori noir delle ultime generazioni ed a tutti quelli che amano i gialli scorrevoli ed avvincenti.


Voto: 7/10 


giovedì 29 marzo 2018

Il bosco delle volpi, Arto Paasilinna


Come si fa a non amare Paasilinna?
Il suoi romanzi sono favole spensierate e piene d’ironia, che ci fanno apprezzare un umorismo originale e contagioso come quello scandinavo, mettendoci allo stesso tempo in contatto con un mondo naturale limpido e incontaminato. Così come nel precedente L’anno della lepre, l’autore rielabora temi universali – la fuga dalla civiltà, l’amore per la natura – condendoli con un humour travolgente che gli consente di far sorridere anche sulle storie più tragiche. 

Oiva Juntunen, il protagonista, è un gangster che ha sottratto alcuni lingotti d'oro alla Banca di Norvegia. La sua tranquillità viene però turbata da una notizia inquietante: i complici del misfatto verranno presto rilasciati e, presumibilmente, torneranno per rivendicare la loro quota del bottino. Oiva però non è per niente propenso alla spartizione del malloppo; decide quindi di nascondersi in una capanna nel bel mezzo della foresta lappone, nei pressi dell'inquietante Bosco delle Volpi. Ben presto, le sue vicende si intrecceranno con quelle del maggiore alcolista Sulo Remes, in congedo sabbatico dall'esercito, e con quelle della novantenne Naska Mosnikoff, fuggita da un ricovero per anziani in compagnia del suo gatto.

Questo libro è, prima di tutto, il racconto di una fuga, con i protagonisti che tendono ad eclissarsi dal resto dell'umanità, dai beni materiali, ma anche da sé stessi.
Con una scrittura semplice ma che non disdegna qualche momento lirico, Paasilinna ci fa conoscere un territorio selvaggio e semi-inesplorato, popolato da personaggi straordinari: figure a cui si finisce prima o poi per affezionarsi. Si tratta di uomini e donne dall'incedere chapliniano - ma che per straniamento ed impassibilità ricordano il caro vecchio Buster Keaton - che si muovono in mezzo a boschi e montagne nell'attesa di un qualcosa che tarda ad arrivare (il riferimento a Samuel Beckett è dovuto).
Il senso dell’ironia, che spesso sconfina nei territori della comicità, è il vero fiore all'occhiello di questo racconto: pervade l’intera vicenda e rende alcuni passaggi narrativi davvero esilaranti. La lettura è estremamente godibile e, di tanto in tanto, sorgono spontanei i collegamenti con il cinema di Aki Kaurismaki (soprattutto per quell'umorismo surreale che cattura il lettore sin dal primo istante).


Consigliato a: coloro che amano la natura, l’umorismo, i paesaggi nordici e i personaggi alternativi e, a prescindere, a chiunque voglia gustarsi una lettura scorrevole e divertente.


Voto: 7,5/10 



mercoledì 28 marzo 2018

Dove siamo arrivati... #3 - Mely

Buongiorno a tutti!
Eccoci di nuovo qui a fare il punto della situazione.
In effetti non è cambiato molto, dall'ultima volta, anche perché già ieri vi abbiamo parlato degli acquisti fatti al Book Pride...
Ma qualcosa da dire, prima di partire per la Francia in vista delle vacanze Pasquali, mi è rimasto.


Per quanto riguarda la parte degli acquisti, mi sono concessa un piccolo autoregalo e ho deciso di approfittare di alcuni sconti su Amazon. Quindi ho preso Teo (scontato del 30%) e Basilicò (scontato del 25%).
Il primo è un breve romanzo pubblicato da Einaudi e parla di un bambino che, stufo di sentire le liti tra i suoi genitori, vuole raggiungere Napoleone per chiedere consiglio. Come dite? Napoleone è morto? Eh già, questo è un bel problema... e io sono curiosa di vedere cosa succederà a questo piccolo protagonista: ho letto l'anteprima e mi stava prendendo così tanto che quando è finita ci sono rimasta malissimo! Il secondo, invece, è una graphic novel della Bao che mi ronza attorno da tempo e ho deciso che era arrivato il momento di acchiapparla e scoprire di cosa parla.

Passando alle letture, gli ultimi tre libri affrontati mi hanno abbastanza sorpresa e uno di essi ha scalato la vetta e si è intrufolato nella lista dei preferiti di sempre.
Ma andiamo con ordine...
- Ricordi di un vicolo cieco
Si tratta di una raccolta di racconti che hanno come filo conduttore il fatto di scoprire se stessi e riuscire a trovare la propria strada, il tutto (ovviamente) condito coi soliti temi cari all'autrice, Banana Yoshimoto, quali l'amore, la morte e la cucina. Uno dei più belli, tra quelli suoi che ho letto fino ad ora.
- Io sono un gatto
Rimanendo nel continente asiatico, l'edizione Lindau ripropone il famoso classico di Soseki in versione graphic novel. Il metodo di lettura è quello tipico orientale, da destra verso sinistra; le tavole ed il tratto del disegno sono molto carini, mentre la storia l'ho trovata un po' triste e non così speciale come dicono.  
- La manutenzione dei sensi
Come dicevo prima, questo libro mi è piaciuto così tanto che non solo ho voluto comprarne una copia (l'avevo inizialmente preso in prestito in biblioteca), ma è diventato anche uno dei miei libri preferiti in assoluto. Principalmente parla di un legame tra un padre vedovo, la cui figlia è sempre in giro per lavoro, e di un ragazzo che vive con lui in affido temporaneo. Ciò che rende interessante e particolare questa storia è il fatto che il giovane è affetto dalla sindrome di Asperger.

Per ora è tutto. Ci aggiorneremo presto con le ultime letture del mese.


martedì 27 marzo 2018

Book Pride 2018 – Appunti della quarta edizione


Si è appena conclusa la quarta edizione del Book Pride - la Fiera Nazionale dell'editoria indipendente – che come di consueto si è tenuta negli spazi dell'ex Ansaldo: il centro polifunzionale Base Milano, ormai diventato il vero e proprio polo culturale cittadino.
Organizzata da Odei, l’Osservatorio degli editori indipendenti in collaborazione con il Comune di Milano, la manifestazione ha visto la partecipazione di 150 case editrici ed ha proposto al pubblico più di 200 incontri.
Certo, il fatto che l'evento si sia tenuto ad un paio di settimane di distanza da Tempo di libri ha reso inevitabile il confronto (anche se, rispetto alla citata fiera, il Book Pride conserva inalterato l’orgoglio per il “prodotto libro”, svincolato da tutte le logiche commerciali che cercano furbescamente di attrarre un pubblico di non lettori).
Ma vediamo quelle che sono state le novità dell’edizione appena conclusa (che – è bene ricordarlo – continua a mantenere le caratteristiche di fiera no-profit con l’ingresso libero).


In primo luogo, va posta una particolare attenzione all'allestimento degli stand: anche se è giusto e democratico concedere a tutti lo stesso spazio, l’aver sostituito il cartello identificativo della casa editrice con riferimenti laterali e poco visibili ha costituito un passo indietro rispetto al passato ed ha creato un po’ di disorientamento nel pubblico.
Ha lasciato un po’ perplessi la politica degli sconti, priva di logica o regolamentazioni. Sarebbe stata più corretta la comunicazione da parte degli esercenti dell’applicazione (o meno) di eventuali riduzioni-fiera: sia per attirare il pubblico sia per evitare alla gente di dover porre domande imbarazzanti ("ma lo sconto lo fate o no?").     
La disposizione “affiancata”, che segue una struttura ad anello, continua ad essere uno  dei pezzi forti dell’evento: ha consentito una migliore deambulazione, rendendo più facile e ordinato il giro tra i vari espositori, facendo evitare antipatici “scontri tra pedoni” e permettendo un flusso regolare nonché la visita completa dei vari banchi.
Ottima, come sempre, la disposizione degli stand: tanto spazio per i libri - i veri protagonisti dell'evento - e poco interesse per il glamour fieristico (sempre ammaliante, ma che rischia di trasformare le fiere in gigantesche baracconate). Sarebbe auspicabile, però, che gli editori (o comunque chi si occupa delle vendite) si dedicassero più al pubblico che non a conversazioni personali, che possono denotare pressapochismo e disinteresse oltre a creare disagio ai lettori di passaggio.  


Un netto miglioramento, rispetto agli anni passati, ha riguardato la gestione degli spazi dedicati agli incontri: il numero delle sale è cresciuto ed ha permesso l’organizzazione di più eventi (anche contemporaneamente).
A parte i pro e i contro, il Book Pride resta sempre un’ottima occasione per ritrovarsi con gli amici e confrontarsi con loro su eventi, acquisti e tutto ciò che riguarda il mercato librario. Questa manifestazione – al di là di tutto – continua a rimanere sullo sfondo, quasi come se si trattasse di un evento di nicchia: un po’ più di pubblicità non le farebbe male, visto che sono ancora tanti coloro che ne ignorano l’esistenza.



Abbandonando la veste seriosa ed “ufficiale”, vediamo quali sono stati i nostri acquisti…

Gio
Forte della recente scoperta di Arto Paasilinna, complice anche lo sconto del 20%, mi sono lanciato nel recupero delle sue opere più celebrate:
Piccoli suicidi tra amici
- Il mugnaio urlante
- I veleni della dolce Linnea
Visto il mio interesse per opere di saggistica che riguardano la storia italiana recente, ho preso La criminalità servente nel caso Moro di Simona Zecchi, da poco uscito per La nave di Teseo.
Per concludere, Mely mi ha regalato Le bambine dimenticate di Sara Blædel.

Mely
Continuando a navigare nel mare degli acquisti (esageratamente) razionali, anche questa volta la mia spesa è stata contenuta.
Ho preso, infatti, solamente due libri:
Io sono un gatto, recente trasposizione in forma di graphic novel del celebre romanzo di Soseki (Lindau)
La manutenzione dei sensi di Franco Faggiani, che avevo precedentemente preso in prestito in biblioteca e di cui ho sentito l’irresistibile necessità di possedere una copia appena dopo averne terminata la lettura.
  

lunedì 26 marzo 2018

Libri che parlano di libri – parte 3 = NOVELLA GRAFICA



Dopo aver affrontato la narrativa e la saggistica, concludiamo questa minirubrica occupandoci delle storie raccontate attraverso i disegni.


Manga
Purtroppo in Italia non è ancora uscita alcuna serie manga riguardante i libri. Tuttavia ho scoperto che in Francia ne esiste una intitolata Le maître des livres (Il maestro dei libri) ambientata proprio in una biblioteca. 



Graphic novel
Per quanto riguarda questo genere riporto alcuni esempi.

-       -  Sam Zabel e la penna magica di Dylan Horrocks: una graphic per adulti (in particolare per il carattere esplicito di alcune tavole) che parla di un disegnatore che, durante un periodo di blocco di ispirazione, si ritroverà catapultato tra le pagine di un fumetto e dovrà interagire con i personaggi di quella storia.
-      -  The fiction di Curt Pire e David Rubin: un volume a colori in cui i protagonisti sono alcuni ragazzi che, anni dopo la sparizione di un loro amico, dovranno fare un viaggio all’interno di un libro per cercare di salvarlo.
-    - Odio favolandia di Skottie Young: una divertentissima serie a colori, con alcune tavole particolarmente splatter, che vede protagonista una donna di trent’anni intrappolata nel suo corpo di bambina seienne, impegnata a vagare attraverso un mondo popolato da personaggi tipici delle storie fantastiche.


Trasposizioni grafiche di classici:
Ultimamente capita che romanzi classici vengano riproposti in tavole disegnate. Per citarne alcuni:

-      - Il curioso caso di Benjamin Button di Francis Scott Fitzgerald, i cui colori rendono bene la tristezza di fondo della storia.
-       - Anne Frank – Diario, di recente pubblicazione da parte di Einaudi, che riesce a riproporre il famoso diario in tavole a colori senza banalizzarne l’importanza storica.
-     - L’ombra e il bagliore di Jack London, pubblicato ad Orecchio Acerbo: non si tratta di una graphic novel ma di un libro illustrato con delle pagine molto particolari, quasi interattive.
- Se una notte d'inverno un narratore di Gianluigi Pucciarelli propone un viaggio nelle opere di Italo Calvino riprendendo, come è facile intuire, un libro dell'autore stesso. Interessante la scelta di dividere "mondo reale" e "mondo letterario" utilizzando rispettivamente tavole in bianco e nero e tavole a colori.
  

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Al termine del nostro percorso, possiamo dire che per gli amanti dei libri che parlano di libri ce n’è davvero per tutti i gusti e per tutte le età!
Sperando di avervi dato qualche spunto interessante, vi saluto e vi rimando ai prossimi articoli.


venerdì 23 marzo 2018

La peste, Albert Camus



Il mio approccio con Camus, purtroppo, non è stato positivo.
Sono consapevole del fatto che La peste venga annoverato tra i maggiori capolavori del Novecento ma, in tutta sincerità, raramente mi sono imbattuto in un libro più noioso di questo (ho faticato le proverbiali sette camicie per terminarlo!) Nonostante l’inizio molto promettente, che mi aveva fatto sperare in un romanzo memorabile, ad un certo punto la storia ha finito per “incartarsi” su se stessa e si è sclerotizzata in una serie di ripetizioni di argomenti e situazioni che mi hanno lasciato basito. Ma andiamo con ordine…

Siamo nella località costiera di Orano, negli anni quaranta, quando l’Algeria si trovava sotto la dominazione francese. Un'improvvisa moria di ratti giunge improvvisamente a turbare il tran tran della quieta e indolente cittadina: migliaia di animali vengono ritrovati morti ad ogni angolo, ma nessuno vi presta la dovuta attenzione. Sarà l’inizio di una tremenda e spietata pestilenza, che porterà all'isolamento del luogo attraverso un cordone sanitario, lasciando la popolazione confusa e stremata.  
Gli abitanti di Orano cercheranno di compensare le difficoltà dell’isolamento nei modi più diversi: abbandonandosi ai piaceri materiali, chiedendo aiuto alla fede religiosa o mostrandosi semplicemente indifferenti. Il morbo farà risaltare una profonda decadenza dell’animo umano e si rivelerà come simbolo del Male assoluto (che troverà la sua sublimazione con il nazismo e la Seconda Guerra Mondiale).

Il nocciolo del romanzo appare evidente: la peste è la metafora di una guerra in cui si perdono per strada concentrazione e senso delle cose. Di fronte al dilagare del contagio la gente si ritrova inerme, in attesa di una risoluzione che può avvenire o con la morte o attraverso la guarigione.
Come in Cecità di Saramago o in Il signore delle mosche di Golding ci ritroviamo ad osservare un gruppo di persone isolate dal resto del mondo, ad esaminare i loro gesti e le loro reazioni. Purtroppo – ed è qui che il racconto mostra la corda – ci si ritrova con lo spiare dal buco della serratura una serie di dialoghi che appaiono ridondanti, filosofeggianti e poco interessanti. Sicuramente, sul mio giudizio, ha avuto un discreto impatto la traduzione bolsa e un po’ antiquata (ho saputo dopo che, nel 2017, è uscita una nuova versione italiana sicuramente più apprezzabile). Al di là di tutto, ho trovato l’impianto narrativo piuttosto dispersivo, per nulla equilibrato e a tratti ridondante.
Mi riprometto di leggere Lo straniero – considerato il capolavoro di Camus – per poter approfondire la conoscenza di questo scrittore. Al momento, però, rimango piuttosto freddo nei riguardi di una prosa e di una elaborazione narrativa con cui ho faticato ad entrare in sintonia.


Consigliato a: coloro che vogliono conoscere uno dei più celebri romanzi del Novecento, in cui il Male viene raccontato attingendo alla metafora di un’epidemia dilagante, ed a chi vuole affrontare uno scrittore per nulla semplice ma indubbiamente capace di raccontare la sua epoca.  


Voto: 5,5/10



giovedì 22 marzo 2018

Le Signore in Giallo - Terza parte: Resto del mondo



Con questo terzo ed ultimo articolo si conclude il nostro resoconto sulle donne del giallo.
Nella nostra ampia – e si spera esaustiva, pur essendo limitata ad un certo numero di scrittrici – esposizione abbiamo proceduto Come cerchi nell'acqua (citando un celebre noir del grande scrittore scozzese William McIlvanney, per rimanere in tema). Siamo partiti da un piccolo nucleo centrale, rappresentato dalle narratrici di casa nostra, per poi espanderci all'esterno, presentando le autrici più significative del vecchio continente. Ed ora, per terminare la nostra indagine, non ci resta che passare all'ultimo anello parlando delle crime writers extraeuropee: scelta assai complicata, poiché l’elenco delle Gialliste sparse in giro per il mondo è davvero interminabile.
Cercheremo di non fare torto a nessuno scegliendo alcune autrici di grande successo che, nel corso degli ultimi anni, sono diventate delle vere e proprie icone del genere.
Prima di inoltrarci nell'esposizione, però, è doveroso sottolineare per l’ennesima volta la prepotente ed inarrestabile ascesa di un movimento considerato a torto come “minore” (nonostante l’Autore più apprezzato di sempre sia una donna: Agatha Christie) che, passo dopo passo, ha rivoluzionato completamente le regole di un mondo editoriale forse un po’ troppo retrogrado e maschilista.
Ma non indugiamo oltre e procediamo.


1) Elizabeth George (1949): Di origine statunitense, laureata in psicologia, ha alle spalle un passato di insegnante alla scuola pubblica. La stampa si è dimostrata unanime nel considerarla la regina incontrastata del mystery. Nei suoi libri, che sono stati autentici best sellers, ha dimostrato uno straordinario talento: è riuscita a trascinare il giallo classico in una dimensione diversa, più articolata, ed in grado di analizzare tutta la gamma dei sentimenti umani. Il protagonista dei suoi romanzi è l’ispettore di Scotland Yard Thomas Lynley, aristocratico quanto perspicace. È stata insignita dei più importanti premi riservati al genere giallo, dall’Anthony Award all’Agatha Award.

2) Anne Perry (1938): Nonostante l’origine inglese, vogliamo considerare questa autrice come un prodotto del mondo nuovissimo, sottolineando l’impatto della Nuova Zelanda sulla sua carriera di scrittrice. Juliet Marion Hulme – questo il suo nome all'anagrafe – fu condannata in gioventù per omicidio: la vicenda è raccontata nel film Creature del cielo di Peter Jackson. Scontata la condanna assunse lo pseudonimo di Anne Perry per tagliare i ponti col passato e, da quel momento, cominciò una prolifica carriera letteraria incentrata su due serie divenute celeberrime: quella di Thomas Pitt e quella di William Monk. Nel 2009 l’associazione Malice Domestic l’ha insignita del Premio Agatha alla carriera.    

3) Patricia Cornwell (1956):  Americana di Miami, è una discendente di Harriet Beecher Stowe (l’autrice di La capanna dello zio Tom). Le sue storie poliziesche, supportate da un meticoloso ed accurato lavoro di ricerca, sono imperniate sulla figura del medico legale Kay Scarpetta, che affronta e risolve casi di omicidio con l’aiuto della nipote Lucy e del poliziotto Pete Marino. Autrice ormai ricca ed affermata (ha venduto milioni di copie in tutto il mondo), ha fondato la Cornwell Enterprise, molto attiva anche nel campo della beneficenza: vanno menzionate, al proposito, l’istituzione di una borsa di studio e la donazione di un’importante collezione di dipinti all’Università di Harvard.


4) Kathy Reichs (1948): Docente ed antropologa forense, originaria di Chicago, ha ottenuto un successo mondiale con i suoi thriller di genere medico. I suoi romanzi sono stati tradotti in più di trenta lingue: col primo di essi, Corpi freddi, ha vinto nel 1997 il Premio Arthur Ellis come migliore opera prima. Le tecniche di indagine indicate nei suoi racconti e la descrizione degli strumenti necessari alla loro attuazione sono tutt'altro che elementi di fantasia: costituiscono parte integrante dell’attività di antropologa della scrittrice. La protagonista delle sue opere, Temperance Brennan, ha ottenuto una fama a livello mondiale grazie alla serie TV Bones, giunta alla dodicesima stagione. 

5) Margaret Doody (1939): Canadese di nascita, docente di letteratura comparata presso l’Università di Notre Dame, alla fine degli anni settanta pubblicò un romanzo ed un racconto in cui il ruolo del protagonista era svolto dal filosofo Aristotele. Le opere, purtroppo, non riscossero grande consenso di pubblico e per lungo tempo la Doody interruppe l’attività di narratrice.
Nel 1999, però, i due volumi vennero ripubblicati ed ottennero un insperato successo, tanto da spingere l’autrice a proseguire la serie con nuovi romanzi. In questa originalissima serie, che costituisce un’insolita miscela di mistery e filosofia, facciamo la conoscenza di un inedito Aristotele nelle vesti di Sherlock Holmes.

6) Natsuo Kirino (1951): Pseudonimo di Mariko Hashioka, è senza ombra di dubbio la più importante autrice di romanzi gialli del Sol Levante. Ha raggiunto la notorietà con Le quattro casalinghe di Tokyo, pubblicato nel 1997, che è diventato un bestseller a livello internazionale oltre che un libro di culto. Le sue opere, basate su trame anticonvenzionali, rimandano spesso all'hard boiled americano e talvolta si accostano al genere horror. Allo stesso tempo, trattando la condizione delle classi inferiori e mettendo al centro della narrazione problemi rilevanti come il crimine e la prostituzione, possono essere annoverate nella categoria del cosiddetto Giallo sociale.

7) Mary Higgins Clark (1927): Newyorchese purosangue, ha pubblicato oltre quaranta romanzi. Ognuno di essi si è rivelato un successo strepitoso, tanto che tutti i suoi libri – compreso il primo – vengono periodicamente ristampati (è arrivata a superare le 300 milioni di copie). Ha dichiarato di trarre ispirazione dai fatti di cronaca realmente accaduti, sfruttando il DNA di un caso vero per poi lavorarci sopra con la sua innata ed invidiabile fantasia e dare il via alla costruzione di un racconto. Nelle sue trame mozzafiato non si riscontrano violenza esplicita o riferimenti sessuali: questi elementi vengono lasciati all'immaginazione del lettore. Ha firmato alcuni libri a quattro mani con la figlia minore, Carol, che ha seguito le orme della madre nel campo della letteratura mistery.


8) Tess Gerritsen (1953): Figlia di due immigrati cinesi, Terry Tom (questo è il suo nome all’anagrafe) è celebre grazie ai suoi intriganti medical-thriller e per la serie poliziesca che ha come protagoniste la detective Jane Rizzoli ed il medico legale  Maura Isles. I produttori televisivi si sono subito buttati su questa coppia tutta al femminile e ne hanno tratto una serie intitolata Rizzoli & Isles. È stata spesso paragonata – per similitudini di temi e personaggi – alla collega Patricia Corwell; ma, mentre la vena della creatrice di Kay Scarpetta si è un po’ inaridita nel corso degli anni, la Gerritsen ha dimostrato di avere più fiato e creatività.
I suoi libri, tradotti in più di trenta lingue, hanno venduto 30 milioni di copie in tutto il mondo.

9) Sue Grafton (1940): Statunitense di Louisville, figlia di un procuratore distrettuale che si dilettava nella scrittura  (il padre, Chip Grafton, ha pubblicato tre gialli negli anni quaranta), ha dovuto subire innumerevoli rifiuti dalle case editrici prima di vedere pubblicato il suo primo lavoro. Nel 1982 ha dato la svolta alla sua carriera pubblicando A come alibi, il capostipite della serie gialla definita Alfabeto misterioso, uscito con una tiratura iniziale di appena 7500 copie. La saga, imperniata sulla figura dell’investigatrice privata Kinsey Millhone, sembra non mostrare segni di stanchezza e continua ad avere uno straordinario successo: nel 2015 è giunta alla lettera X.

10) Karin Slaughter (1971):  Nata in Georgia ma trasferitasi ad Atlanta, è una delle esponenti di spicco della nuova crime fiction che spopola a livello internazionale. Fra i suoi romanzi è nota la serie che ha come protagonista Will Trent, inaugurata con il best seller L’ombra della verità.
I suoi libri sono caratterizzati da un grande senso del ritmo e da trame molto originali rispetto alla media del settore. L’arma nascosta  di questa scrittrice sembra essere la capacità di costruire scene di una violenza ed un impatto inimmaginabili, tali da far impallidire molti colleghi maschi, che la fanno talvolta accostare al genere horror tout court. È stata insignita per ben quattro volte del prestigioso Crimezone Thriller Award.

Come abbiamo sottolineato nei precedenti articoli, le eredi di “zia” Agatha si sono moltiplicate a vista d’occhio ed hanno donato un contributo fondamentale allo sviluppo ed  all'evoluzione della letteratura poliziesca, intesa nel senso più ampio del termine (comprensiva cioè di tutti i sottogeneri, dal noir al thriller, dal mistery psicologico all'hard-boiled).
Ci siamo così resi conto che il binomio “donne e brivido” funziona alla perfezione. Se un tempo eravamo propensi ad identificare la narrativa al femminile con alcuni classici stilemi – i sentimenti alla Bridget Jones o lo shopping della Kinsella – negli ultimi anni abbiamo dovuto ricrederci: il gentil sesso ha mostrato una straordinaria inclinazione nel raccontare storie infarcite di delitti e di misteri.
A conclusione di questa disamina, non possiamo fare altro che condividere un pensiero di Jean Baptiste Alphonse Karr: “La donna, nel paradiso terrestre, ha morso il frutto della conoscenza dieci minuti prima dell’uomo: da allora ha sempre conservato quei dieci minuti di vantaggio”


mercoledì 21 marzo 2018

La notte alle mie spalle, Giampaolo Simi


“La mia seconda vita è quella di Furio Guerri, il mostro.”
Questo è l’incipit di un romanzo che, pur non rifuggendo dalla struttura tipica del giallo noir, racconta essenzialmente la storia di un dramma familiare. Nell'arco delle 250 pagine del libro assistiamo infatti alla disgregazione di equilibri in apparenza irreprensibili che, in un attimo di incertezza, si rivelano fragili ed inconsistenti.

La vicenda è narrata in prima persona dal protagonista, impeccabile rappresentante di un’azienda tipografica. Furio Guerri ha l’apparenza di un uomo distinto, realizzato ed in grado di ispirare fiducia. Col suo Duetto d’epoca percorre avanti e indietro la Toscana per soddisfare una clientela esigente e capricciosa, che riesce a tenere a bada grazie alla sua innata abilità di venditore. Ma non è tutto oro ciò che luccica…
Un rapido cambio di prospettiva e lo ritroviamo seduto su una panchina, impegnato a spiare le ragazzine di una scuola superiore. La sua attenzione si concentra su Caterina, la ragazzina più difficile e problematica della classe. Furio cercherà di avvicinarla in ogni modo: seducendone l’insegnante di sostegno, osservandola di nascosto ed entrando in contatto diretto con lei tramite una chat erotica.

Furio Guerri è davvero un mostro?
A questa domanda potremo rispondere solamente dopo aver letto l’ultima parte del romanzo. Niente però è come sembra…
Simi è un signor narratore, come dimostrano i recenti Cosa resta di noi e La ragazza sbagliata. Rispetto ad altri autori della sua generazione ha scelto la strada più difficile, evitando la riproposizione di personaggi seriali e ripartendo “da zero” ad ogni singolo romanzo: scelta che si è rivelata azzeccata (come dimostra lo Scerbanenco vinto nel 2015).     
Scritto con grande abilità e sorretto da una trama solida e ben congegnata, La notte alle mie spalle gioca su due diversi piani narrativi: due strutture che si sorreggono a vicenda in un continuo alternarsi di personaggi e situazioni. 
Giunti all'ultima pagina, ci si ritrova con un accenno di malinconia che non se ne vuole andare… e quando un libro riesce a toccare così nel profondo, merita di essere letto a prescindere.  


Consigliato a: coloro che vogliono leggere un noir atipico, in cui gli stilemi del genere sono utilizzati per raccontare drammi e storture della società contemporanea, ed a chi vuole fare la conoscenza di un narratore di indiscutibile talento.


Voto: 7,5/10


martedì 20 marzo 2018

Dove siamo arrivati... #2 - Mely

Buongiorno gente, oggi vediamo quali libri mi hanno fatto compagnia nella seconda metà di febbraio e la prima di marzo.

Per le entrate, continuo a viaggiare sulla buona strada:
oltre agli acquisti fatti a Tempo di Libri, di cui io e Gio abbiamo già parlato nel post relativo, personalmente ho comprato solamente L'estate senza uomini, spinta da una storia vista su Instagram. Non ho nemmeno ben capito di cosa parla, ma appena sono andata a cercare informazioni sul libro ho sentito che le mani mi prudevano per acquistarlo e, siccome era da tanto che non sentivo questa sensazione, ho deciso di cedere. Grazie ad un buono della Vodafone, poi, ho potuto scaricare gratuitamente dal sito di IBS l'ebook di Il giovane robot. Sono contenta di aver avuto questa possibilità perché si tratta di un libro che mi incuriosisce ma non sento ancora la spinta all'acquisto, quindi potendolo leggere gratuitamente mi aiuterà a prendere una decisione definitiva per il cartaceo.
Sempre per questioni di dubbio, mi sono rivolta alla biblioteca per un altro paio di titoli: L'amante imperfetto e La manutenzione dei sensi. Il primo l'ho già letto e parla di un uomo, probabilmente l'alter ego dell'autore?, che racconta la sua esperienza e il suo modo di vivere il sesso. Parte dalla scoperta di una foto del padre fino al matrimonio, passando per le varie tappe della sua vita in cui cercava annunci sui giornali o frequentava certi club. La storia è scritta in seconda persona e la scrittura è molto scorrevole, tuttavia non so ancora dire se mi sia piaciuto o no poiché alcuni comportamenti del protagonista mi hanno dato sui nervi. Lo comprerò? Forse, se mi dovesse capitare di trovarlo ad un prezzo inferiore di quello di copertina. Per quanto riguarda La manutenzione dei sensi, invece, ho intenzione di cominciarlo a breve per decidere poi se acquistarlo al Book Pride oppure no. (Da questo avrete sicuramente intuito che gli acquisti di marzo sono finiti... PER ORA.)

Passando alle letture, forse sto avendo un periodo di ripresa e un probabile principio di "allargamento dei gusti letterari":
ho proseguito la serie delle Sette Sorelle leggendo il terzo ed il quarto volume, rispettivamente La ragazza nell'ombra e La ragazza delle perle. Il primo riguarda Star e, personalmente, ritengo che sia il migliore tra quelli usciti; il secondo è dedicato a CeCe e non mi ha entusiasmato quanto gli altri, forse anche per il fatto che si tratta della sorella che mi sta meno simpatica. Entrambe partono alla ricerca della propria famiglia e una delle due si ritroverà dall'altra parte del mondo. Rimanendo nel mondo delle serie da continuare, ho proseguito la lettura del manga Le maitre des livre con il volume 4, in cui si parla del Piccolo Principe e dell'amicizia tra due ragazzini che si lasciavano messaggi segreti nascosti tra le pagine dei libri della biblioteca. Prossimamente tornerò in Francia, quindi cercherò di procurarmi almeno uno dei volumi successivi.
Per seguire un guizzo d'interesse e curiosità verso la grafologia, ho letto Manuale pratico di grafologia e caratterologia. Onestamente ne sono rimasta un po' delusa: per quanto sia interessante, gli argomenti non sono spiegati bene e sembrano messi nell'ordine inverso. Più che un "manuale" lo definirei un "vademecum". 

In questo periodo sto iniziando a leggiucchiare degli pseudo-gialli (li definisco così perché non sono neanche lontanamente simili a quelli che legge Gio). Entrambi quelli affrontati hanno a che fare coi libri: nel primo, L'ultimo libro, un ispettore di polizia si trova alle prese con delle persone che muoiono in libreria dopo aver toccato un libro molto... particolare. La storia è un po' strana e sinceramente non ho ben capito il finale, tuttavia la scrittura dell'autore è molto scorrevole e in generale il libro mi è piaciuto, quindi prossimamente recupererò altri suoi scritti, tra cui uno in cui ricompare l'ispettore. Il secondo libro "giallo" è in realtà il seguito del Parnaso ambulante, che non era per niente giallo, e si intitola La libreria stregata: qui ritroviamo gli stessi protagonisti del primo libro e questa volta gestiscono una libreria in cui però accadono fatti abbastanza insoliti. Sarà un pubblicitario a voler indagare su queste stranezze e a trovarne il senso. La lettura è stata più lenta, rispetto al volume precedente, e non ne sono rimasta totalmente convinta.
Chiudiamo con un libro abbandonato, Darke: volevo leggerlo da tanto ma mi ha presa alla sprovvista... la scrittura è bellissima, però non ci sono capitoli definiti e si passa troppo spesso da un argomento all'altro, così ho deciso di dargli un'altra possibilità in un periodo più tranquillo.

Per oggi è tutto, vi ringrazio per l'attenzione e vi rimando al prossimo articolo! :)

lunedì 19 marzo 2018

Aspettando Godot, Samuel Beckett



Chi sarà mai questo Godot? E perché gli stralunati e malinconici protagonisti continuano indefessamente ad aspettarlo? Questi interrogativi, purtroppo, rimangono irrisolti e fanno parte dell'eterno mistero del teatro.
Da tempo intendevo leggere questo testo, che rappresenta senza dubbio la più celebre opera di Samuel Beckett, Premio Nobel per la Letteratura nel 1969. Confesso di aver rimandato a lungo per una serie di preconcetti nei confronti del genere che, nel corso della lettura, si sono rivelati del tutto infondati. Aspettando Godot è una straordinaria tragicommedia, associata al cosiddetto teatro dell'assurdo, che merita di essere letta senza avere il pregiudizio di voler comprendere tutto e subito.

L'opera, costruita intorno al tema dell'attesa, è divisa in due atti (abbastanza simili come struttura e contenuto). 
Vladimiro e Estragone sono due clochard che si ritrovano in una strada di campagna, sotto ad un albero. Un certo Godot ha dato loro appuntamento in quel luogo ed i due amici stanno aspettando il suo arrivo. Nell'attesa, litigano e pensano di separarsi, ma alla fine rimangono l’uno accanto all'altro. Dai loro discorsi assurdi e sconclusionati, emerge l’insensatezza dell’umana esistenza.

Si tratta di un’opera magnetica e complessa, nella quale è assente qualsiasi sviluppo dal punto di vista temporale: quasi a voler dire che nella vita non ci sono possibilità di cambiamento. La trama, scarna ed essenziale, rappresenta un continuo ripetersi/accumularsi di piccoli eventi che non conducono ad alcuna soluzione logica o ad un reale punto d’approdo.
La miscela di generi diversi - tragedia e commedia, teatro comico e cabaret – fa accantonare quelli che, fino a quel momento, venivano considerati i capisaldi intangibili del teatro moderno: situazioni, trama e significato. 
Il lettore/spettatore viene così condotto per mano attraverso un’esperienza che definirei unica. Ed alla fine arriverà a comprendere che chiunque, in questo mondo, è in attesa del suo “Godot”: una risposta che riveli il vero senso dell’esistenza ma che, probabilmente, non arriverà mai.


Consigliato a: coloro che vogliono affrontare un testo teatrale unico ed irraggiungibile, capace di scandagliare la complessità dell’animo umano in maniera originale, ed a chiunque serbi il costante desiderio di farsi ancora delle domande sul senso della vita.


Voto: 7,5/10 


venerdì 16 marzo 2018

La natura della grazia, William Kent Krueger


Davvero una gradita sorpresa questo romanzo, insignito nel 2014 del prestigioso Edgar Award, un premio che è considerato l’Oscar del libro giallo.
Per trama, analogie ed ambientazione mi ha fatto ripensare a Stand by me – Ricordo di un’estate di Stephen King ma anche a due recenti opere italiane: L’uomo nero e la bicicletta blu di Eraldo Baldini e L’estate del cane bambino di Laura Toffanello e Mario Pistacchio.

Il protagonista Frank Drum, ormai adulto, racconta una vicenda di tanti anni prima, rivelando ciò che accadde nel lontano 1961: una lunga serie di tragici eventi che contribuirono a cambiare per sempre la sua vita e quella della sua famiglia.
In quella torrida estate ormai lontana nel tempo, il tredicenne Frank trascorse dei momenti terribili. La morte fece capolino all'interno della sua esistenza assumendo le forme più disparate: incidente, cause naturali, suicidio o omicidio. Il ragazzo si trovò così, di punto in bianco, catapultato nel mondo degli adulti: un microcosmo pieno di segreti e di bugie, in cui fu costretto a crescere in fretta, dando prova di una maturità superiore a quella richiesta dalla giovane età.

Si tratta a tutti gli effetti di un ottimo romanzo di formazione: una di quelle storie capaci di catturare con grazia ed acutezza il delicato passaggio dall'infanzia all'età adulta. Il senso di colpa e l’espiazione, il rimpianto e il riscatto individuale sono alcuni degli elementi cardine della trama: nel corso della storia si ripropongono di frequente, garantendo profondità e sollecitando la riflessione.
I personaggi sono realistici e vengono tratteggiati con grande maestria. Si inseriscono alla perfezione in un ambientazione affascinante ed allo stesso tempo inquietante come quella del Minnesota rurale: un frammento di un’America in corso di cambiamento ed in cui l’elezione di un nuovo presidente sembrava preludere ad una svolta improvvisa.    
Ben strutturato, sospinto da una scrittura trascinante ed incisiva, La natura della grazia è un libro che tiene incollati per oltre trecento pagine fino al risolutivo colpo di scena. Giunti al termine della narrazione, una furtiva lacrima di commozione illumina il volto del lettore; un lettore che – come accade per le opere migliori – si è lasciato coinvolgere fino in fondo da una vicenda che, malgrado la lontananza temporale, è ispirata da valori attualissimi e reali.


Consigliato a: coloro che vogliono scoprire uno dei migliori romanzi americani degli ultimi anni, scritto da un autore poco conosciuto da noi ma dotato di un talento straordinario.


Voto: 8/10



giovedì 15 marzo 2018

Le Signore in Giallo - Seconda parte: Europa


Nonostante la più celebre giallista di sempre – Agatha Christie – appartenga al sesso femminile, fino ad alcuni anni fa i più noti autori erano uomini. Negli ultimi tempi, però, le cose sono decisamente cambiate: sono sempre più numerose le scrittrici che hanno provato a cimentarsi nella crime-fiction ottenendo un notevole successo di pubblico.
La volta scorsa abbiamo parlato dell’Italia: un paese che ha prodotto ottime autrici anche se, purtroppo, nessuna di loro è stata in grado di conquistarsi una grossa eco a livello internazionale.
Se indirizziamo lo sguardo verso il resto dell’Europa, ci rendiamo immediatamente conto che il giallo al femminile ha avuto un impatto notevole sul panorama letterario. Dalla Spagna alla Francia, dalle nazioni scandinave fino all'insospettabile Turchia, abbiamo avuto un proliferare di scrittrici di successo, alcune delle quali sono diventate delle vere e proprie superstar del genere. Costruendo trame accattivanti e al tempo stesso sofisticate, introducendo personaggi originali che, molto spesso, sono lo specchio fedele dei costumi e della società contemporanea, le gialliste in gonnella hanno di fatto ampliato i confini del romanzo contemporaneo.
Compito di questo articolo è quello di condurvi in un rapido tour attraverso l’Europa per farvi osservare da vicino queste scrittrici che hanno rivitalizzato il genere spaziando dal classico poliziesco al noir, dal thriller psicologico alla spy-story.
Ma non tergiversiamo oltre: è giunto il momento di cominciare il nostro viaggio nel vecchio continente.



1) Spagna: La penisola iberica ha prodotto una delle più celebri ed amate autrici del genere, Alicia Gimenez-Bartlett. Con la serie incentrata su Petra Delicado, ispettrice della polizia di Barcellona, ha raggiunto un successo strepitoso. La protagonista, insieme al suo collaboratore, il vice ispettore Fermin Garzón, affronta di volta in volta casi di omicidio sempre più complicati. Le trame sono caratterizzate da un’ambientazione realistica ed evidenziano uno straordinario equilibrio tra il thriller e la commedia, in cui momenti di leggerezza riescono a convivere con le atrocità dei delitti.

2) Francia: Visto che la figura di Fred Vargas verrà esaminata in un prossimo articolo, in questa occasione pare necessario fare la conoscenza di Dominique Manotti. Giunta alla scrittura in età non più giovanissima, dopo una lunga militanza, ha tradotto in romanzi noir la sua esperienza di storica e la sua grande passione politica. I suoi libri, ambientati negli anni ottanta/novanta del secolo scorso, raccontano di problemi politici e drammi sociali, sottolineando le circostanze che hanno segnato la fine delle speranze per un’intera generazione.

3) Germania: il thriller teutonico, da qualche tempo, può contare su una scrittrice di notevole talento e sicuro impatto mediatico: Nele Neuhaus. Con alle spalle un passato di pubblicitaria, ha ottenuto un grande riscontro di pubblico con la serie dedicata alla coppia di investigatori formata da Oliver Von Bodenstein e Pia Kirchhoff, che si è imposta a livello internazionale come una delle più apprezzate realtà nel mondo della crime-fiction. Il miglior romanzo della serie è Biancaneve non deve morire, che ha riscosso un buon successo anche nel nostro paese. 


4) Svezia: Sul giallo svedese abbiamo ampiamente dibattuto qualche settimana fa, concentrandoci in particolare su due regine del bestseller: Camilla Lackberg e Liza Marklund. In questa occasione, spostiamo quindi il riflettore su Viveca Sten, che è diventata una delle autrici scandinave di maggior successo internazionale. I suoi romanzi, da cui è stata tratta una fortunata serie tv – Omicidi a Sandhamn – sono imperniati sulla figura del detective Thomas Andreasson e della sua amica Nora Linde. Nel nome di mio padre è stato recentemente pubblicato in Italia da Marsilio.

5) Norvegia: Tradotta in 25 lingue, Anne Holt è una delle autrici di gialli e noir più famose dell’intera Scandinavia. Giornalista di successo ed avvocato, è stata Ministro della Giustizia del governo norvegese per un biennio. Le trame dei suoi romanzi sono interessanti e ben costruite, con personaggi particolari, e riescono a mantenere fino alla fine il dubbio sulla reale identità del colpevole. Einaudi ha pubblicato in Italia le sue opere: tra queste la più celebre è Quello che ti meriti.

6) Finlandia: Anche l’algida Finlandia annovera tra le sue file una giallista di tutto rispetto: parliamo di Kati Hiekkapelto. Dopo aver svolto l’attività di insegnante di sostegno, ha fatto il suo esordio nella narrativa di genere con Colibrì, il primo thriller di una trilogia (in Italia è stato pubblicato da Atmosphere). Protagonista della serie è Anna Fekete, una giovane detective di origine ungaro-serba, che svolge le sue indagini in una cittadina costiera del nord della Finlandia.

7) Danimarca: La più nota autrice danese è senza dubbio Anne Grue. Ex giornalista, ha riscosso un ottimo successo con il personaggio di Dan Sommerdahl, il “Detective Calvo”, diventato un beniamino del pubblico grazie al suo acume ed alla sua straordinaria umanità. Le vicende si svolgono nella cittadina di Christianssund: un luogo tranquillo solo in apparenza, affacciato sui fiordi. L’intera serie, tra l’altro, è stata nominata al Premio SNCF: uno dei più importanti riconoscimenti del polar francese.


8) Inghilterra: Per quanto riguarda le isole britanniche, non abbiamo che l’imbarazzo della scelta: sono numerosissime le gialliste di successo che, nel corso degli ultimi anni, si sono affacciate alla ribalta internazionale. Basti citare, a titolo di esempio, Val McDermid, Minette Walters e, perché no, J.K. Rowling (che con la serie di Cormoran Strike ha mostrato un insospettabile talento in ambito noir). 
In questo contesto, però, ci pare obbligatorio citare la grande P.D. James, recentemente scomparsa. Membro permanente della camera dei Lord, ha raggiunto il successo mondiale con la serie dedicata all'ispettore Adam Dalgliesh: sicuramente uno dei personaggi più longevi nell'ambito letterario, visto che quasi cinquant'anni dividono il primo episodio della serie, Copritele il volto (1962), dall'ultimo, La paziente privata (2008).

9) Turchia: Nonostante la nazionalità turca, Esmahan Aykol ha scritto la versione originale dei suoi libri in lingua tedesca. Hotel Bosforo, uscito nel 2010, è il primo romanzo della serie con protagonista Kati Hirschel, una frizzante libraia di Istanbul che si improvvisa investigatrice, risolvendo casi in cui la polizia non sa dove mettere le mani. Sellerio ci ha fatto conoscere questa scrittrice che, un po’ come la Bartlett, riesce a condensare perfettamente l’anima del thriller con dialoghi ed ambientazioni che strizzano l’occhio alla commedia. 

10) Russia: Aleksandra Marinina, prima di dedicarsi alla scrittura, è stata tenente colonnello nella militia, la polizia sovietica. Le sue opere sono state tradotte in più di venti lingue ed hanno venduto milioni di copie in tutto il mondo. Protagonista di molte delle sue storie è Anastasija Kamenskaja, ufficiale della polizia di Mosca, le cui indagini spesso si rivolgono ai torbidi intrecci tra criminalità e politica. La TV russa ha prodotto una serie di film ispirati ai primi otto romanzi della serie.

Questa rapida carrellata, ovviamente, non può e non deve avere il carattere dell’esaustività: sono davvero tantissime le autrici che, nel corso degli ultimi anni, hanno fatto sentire la loro voce all'interno del panorama letterario internazionale.
Abbiamo scelto di puntare il riflettore su alcune crime writers – senza far torto a nessuno - con lo scopo di costruire una sorta di affresco di un movimento straordinariamente prolifico.
Il Giallo al femminile è ormai una realtà consolidata. La serialità dei protagonisti, la cura nella costruzione delle trame e l’attenzione ad aspetti importanti della società contemporanea ne hanno decretato il meritato successo. E, per dare degna conclusione a questa esposizione, non ci resta che citare un pensiero del bardo William Shakespeare, che pare quanto mai calzante:
“Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo.’’