lunedì 27 novembre 2017

L'angolo di Gio: Il commissario Habib, Moussa Konaté



Il commissario Habib, di Moussa Konaté

Il commissario Habib è il protagonista dei gialli dello scrittore Maliano Moussa Konatè, considerato da molti come il Simenon Africano. Si tratta di un poliziotto burbero e disincantato ma capace di ottime intuizioni; un figlio dell’Africa Nera che serba dentro di sé la convinzione che, per sconfiggere i mali della terra, sia necessaria una profonda trasformazione dal punto di vista sociale. 
Questi romanzi, pur mantenendo l'ossatura della letteratura di genere, riescono a descrivere in maniera eccellente lo scontro tra gli aspetti più ancestrali dell’Africa e la contemporaneità: l'ennesima dimostrazione del fatto che il Giallo non è una sorta di gabbia ma un validissimo grimaldello con cui penetrare i misteri più reconditi delle società in cui sono ambientati. 

All'interno di questa mini-raccolta troviamo due indagini che coinvolgono il commissario Habib e il suo collaboratore Sosso: L'assassinio di Banconi e L'onore dei Kéita.
Nel primo romanzo, alcuni strani decessi attirano l’attenzione del poliziotto: tre persone (due donne ed un uomo) vengono ritrovate morte – in tempi diversi - all'interno di una latrina; dietro questi eventi si cela, in realtà, una losca faccenda di banconote contraffatte. 
Nel secondo racconto, il ritrovamento di un corpo in un’enorme cisterna d’acqua spinge Habib fino alla pittoresca cittadina di Nagadji, luogo di nascita della vittima: l’ipotesi è quella che il cadavere sia giunto nel serbatoio scivolando attraverso le acque del fiume.

Le trame non sono eccezionali, ma risultano comunque funzionali per l'intento dell'autore: descrivere una terra africana – il Mali, in particolare – ricca di odori, di colori, di tradizioni e allo stesso tempo profondamente contaminata da errori ed ingiustizie. L'Islam, la magia rossa e l’animismo sono elementi ricorrenti all'interno della trama: pur rimanendo spesso sullo sfondo, emergono di tanto in tanto donando al racconto un'originalità ed una genuinità difficilmente riscontrabili nel giallo classico. 
I dialoghi sono lontani anni luce dalla tradizione del noir: non cercano di ispirarsi alla letteratura d’oltreoceano ma rimangono fedeli fino in fondo alle modalità di comunicazione di popoli che, alla fine, risultano parecchio distanti da quelli che sono i canoni occidentali… e questo è un ulteriore motivo per apprezzare Konaté.


Consigliato a: coloro che vogliono scoprire l’Africa Nera attraverso due romanzi originali, capaci di coniugare la tensione della trama gialla all'attenta indagine sociale di un continente dalle mille contraddizioni.


Voto: 7/10




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