giovedì 13 luglio 2017

L'angolo di Gio: Preghiera per Cernobyl, Svetlana Aleksievic



Preghiera per Cernobyl, Svetlana Aleksievic

Tra le motivazioni del Nobel conferito a Svetlana Aleksievic nel 2015, la principale è sicuramente quella di aver saputo raccontare la Storia - quella con la S maiuscola - attraverso l'esperienza umana.
Questo libro non parla della tragedia in quanto tale, ma del mondo tutto attorno: scava in profondità ed illustra tutto ciò che di Cernobyl non è mai stato detto. Attraverso una raccolta di monologhi – intensi quanto strazianti – vengono restituite le sensazioni, le emozioni e gli stati d’animo di un popolo che si è ritrovato vittima di una sciagura epocale.
Il disastro di Cernobyl è stato indubbiamente il più grave incidente mai verificatosi in una centrale nucleare: un evento imprevedibile, più cruento di una guerra, che ha sconvolto la vita di centinaia di migliaia di famiglie. Anche se sono passati più di trent'anni, la verità dei fatti non è mai stata chiarita fino in fondo. Il regime sovietico, che all'epoca stava affrontando i contraccolpi della Perestrojka, ha preferito mettere tutto a tacere, nascondendo le responsabilità e le cause dell’accaduto come si fa con la polvere sotto un tappeto.

Né saggio né romanzo – ma allo stesso tempo entrambe le cose – “Preghiera per Cernobyl” racconta la storia vista “dal basso”. Ascoltiamo il resoconto della vicenda dalla voce delle persone umili: soldati, liquidatori, pompieri, agricoltori, scienziati, insegnanti. Voci spontanee, incredule di fronte all'accaduto, ma che sono in grado di ricostruire la situazione in maniera più precisa ed attendibile di qualsivoglia studio sociologico.

Si tratta di un libro importante: una di quelle opere, a mio avviso, imprescindibili e che rimangono dentro, sia per la profondità di analisi dell’autrice sia per la varietà e spontaneità delle testimonianze raccolte.
Un libro che ci insegna una grande lezione: ad un certo punto non esiste più “l'altro”, inteso come una figura lontana e indistinta, e non si può voltare la testa dall'altra parte.
Perché, come diceva una canzonetta di qualche anno fa...

Prima o poi gli altri siamo noi.


Consigliato a:
tutti coloro che vogliono approfondire l’analisi di una tragedia che ha sconvolto la storia del Novecento, scoprendo le vicissitudini di un popolo annientato nel fisico ma mai domo nell'animo.

Voto:
8/10


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